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slesso, <li cui i patriarchi di Grado aveano molivi assai pochi di lodarsi. La transazione fu conchiusa alla presenza dell’ imperatore Federico I e di Alessandro II sommo pontefice e di molli cardinali, e colla loro approvazione. Fu sottoscritta da molli vescovi in unione ai due contraenti, cioè ad Enrico ed al procuratore di Wolderico, da un notajo apostolico, con tutte le formule più stringenti, e in essa fu stabilito, che al metropolitano di Aquileja restar dovessero le reliquie e i tesori trasportati da Popone, e che sotto di lui rimanessero quei vescovi e quelle chiese di cui era Wolderico allora in possesso, ed inoltre anche tutti i vescovi e tutte le chiese dell’ Istria, che Enrico cedeva all' aquilejese, con quei compensi e con quelle condizioni che si leggono nella transazione.
     La serie delle cose esposte ora ci offre l’adito a formarci una esatta idea del concetto, in cui abbiamo da tenere quella radunanza di vescovi già accennata più sopra, fatta per la istigazione di Massenzio e composta di prelati a lui aderenti. Noi non negheremo che nell’ 827 all' incirca siensi radunati vescovi in Mantova, ma bensì non sapremmo convenire che gli atti, i quali furono tanti secoli dopo messi fuori, sieno autentici, e che, quando anche fossero autentici, potessero avere alcun valore. Essi si limiterebbero solo a provare, che nell’ anno 827, una congrega di vescovi ignoranti ed intriganti, col favor della civile autorità, colle falsità, colle calunnie, colla irregolarità della procedura vollero d’un colpo rovesciar a terra tutti i diritti del patriarcato di Grado.
     Gli atti di questo preteso sinodo sono in aperta contraddizione con tutta la serie delle cose esposte; le pretese determinazioni dello stesso non ebbero, per confessione de’ medesimi suoi fautori, il più piccolo effetto nei secoli seguenti.
    Questo preteso sinodo è composto del libello di Massenzio, dell’ epistola dello scismatico Giovanni, della sentenza de’ Padri del medesimo sinodo, e delle difese prodotte da Tiberio, nunzio del patriarca di Grado. Il libello di Massenzio è pieno di falsità, poiché si veggono in esso trascritte le memorie lasciate dagli scismatici, e quindi vengono in esso chiamati cattolici gli scismatici, e viceversa;