.374 esser primo ufficio dei re e delle repubbliche vegliare all’istruzione dei giovani, perciocché dalla trascuratezza nasce la confusione e talora il sovvertimento dello stalo. Ed in vero tulle le nazioni debbono il loro ingrandimento e la loro decadenza alla pubblica educazione, e luminosi sono gli esempii nella storia: basti ricordare che Licurgo, sebbene nelle sue leggi siasi discostato un po’ troppo dalla natura, tuttavia questo Prometeo dell’ antichità trasformò la maniera di pensare e di vivere d’ un’ intiera stazione. L’ educazione fu la base del suo reggimento infuse, un’ anima, sola in tutti i membri dello stalo ; simili i pensieri, il voler, i sentimenti il valore, e non fu per lui questa una chimera, un progetto, ma una realtà, c la sua repubblica per cinque secoli fu la più ben ordinata e la più celebre fra tutti gli stati della Grecia. Alla storia si associ lo studio delle lingue, e se vi fu tempo in cui fòsse di generale interesse il promuovere sì fatti studii, è certo a’ dì nostri, ne’ quali la Provvidenza ci volle testimonii dello spettacolo imponente della libera diffusione de’ lumi, e della tendenza irresistibile delle siazioni verso un’ era novella. E ulile adunque lo studio delle lingue cd anche dei frammenti di quelle perdute, mentre ci conduce un tale studio a determinare più precisamente le epoche della storia delle nazioni. La loro storia é la maestra della vita, la face che illumina 1’ universo, la regolatrice delle nazioni e de’ costumi, e squarcia il velo che cuopre le spente generazioni. Ove dati positivi non valgano a sussidiare lo storico, lo studio delle lingue influisce al doppio risultato della fdologia e della storia, perocché la vita dei popoli si manifesta dal loro linguaggio fedele rappresentante delle loro vicissitudini, ed allorché s’ arresta o manca la cronologia nazionale, allorché il lilo delle tradizioni si perde nell’ oscurità^ 1’ antica genealogia delle parole superstiti alla rovina degli imperii viene in aiuto, e per mezzo della storia delle nazioni, della loro lingua e della loro analogia se ne consacra la ricordanza, e se ne determina la loro esistenza. La storia adunque è la base su cui dobbiamo formare gli eroi della Patria. Infiammare 1’ anime vergini della gioventù nostra alla virtù inspirando soavemente que’ principii che tanto ridondarono in onore degli avi nostri, far loro aborrire il vizio che li fiacca e deturpa, fare dei loro petti e del loro senno una barriera alle straniere dominazioni e a mantenere con dignità, e forti nel volere quella Indipendenzaj quella Gloria alla quale siamo felicemente incamminati. Il Cittadino ANTONIO APOLLONIO. 23 Gnigno. LETTERA 11, EEROCEI E VIETI. A MASSIMO D’AZEGLIO, in Roma. Milano27 Marzo 18-48. Prestami la penna colla quale descrivesti gli orrori de’Lanzichinecchi al sacco di Roma e alla presa di Firenze, perché io possa seguitar nar-