425 E noi fratelli della Venezia, mentre l’esercito sostiene le fatiche e i disagi della guerra, mentre sparge il suo sangue e vedova le sue case, (piale conforto gli prepariamo? Quale certezza noi gli diamo per tante pene sofferte e che soffre, per tanto sangue che versa? Esso è sulle sponde dell’ Adige anelante di cacciare il barbaro da tutta la Venezia. Sdegneremo noi di avere con lui comune la famiglia, comuni i pericoli, comuni i sa-grificj ? Sdegneremo di chiamar nostro questo esercito, d’incorporarvi i nostri fratelli; di chiamare nostro il Re, nostri i Principi, che combattono per noi, che difendono i nostri diritti, che ci rinfrancano dal giogo dello straniero? 11 pensiero che parecchie delle nostre città consorelle iniziarono di questa fratellanza subalpina, di questa unità dcU’alta Italia, che ci è disegnala dalla stessa natura, non sarà quanto prima condotto al suo fine? Le Alpi e l’Appennino, checi stringono insieme, dicono a chiare note che comuni sono i beni, comune la gloria e la grandezza, comuni i doveri, comuni i sacrificj per la difesa perpetua della patria contro le incursioni degli stranieri, che in ogni tempo la depredarono e che sempre imperversano nelle medesime barbare voglie, lo m'avviso che anche questo potrà dirsi in breve un fatto e non più un puro desiderio, che ci renderà più terribili rimpelto al nemico. Non vi è che la sola Venezia repubblicana che stia tuttavia in forse a stendere la mano costituzionale al popolo liberatore, a fondersi insieme in unità di famiglia: la sola Venezia conformata da queste lagune. Crede ella di poter riacquistare da sò la sua avita grandezza? Alcuni dei moderatori la pascono pomposamente di queste speranze. Parlano di repubbliche che sperano a Vienna ed a Napoli; rappresentano parlili repubblicani prepotenti in Italia; la Francia e l’America che volano a sostenere l’indipendenza e l’istituzione politica di questa città. Ma Venezia si lascierà sedurre da questi sogni? Ove sono, o Veneziani, il vostro esercito, il vostro erario, il vostro credito, la vostra flotta? In una parola ov’è la vostra potenza? Voi siete senza esercito, senza denari, senza flotta, senza organizzazione. Voi adunque siete da voi stessi impotenti ad estendere i vostri domimi ; anzi impotenti a conservare la vostra attuale indipendenza coll’inimico che da ogni parte vi circonda. Verranno forse a soccorso vostro le sognale repubbliche italiane, gl’immaginati partiti che sentono speciale simpatia per le vostre istituzioni? Ma queste repubbliche hanno ancora a crearsi, questi prepotenti parliti simpatici si fanno aspettare. L’Italia è tuttavia costituzionale, e proclama altamente di voler conservare questa sua forma politica. E create queste repubbliche avranno esse stesse bisogno di organizzarsi, di stabilire un esercito, di procurarsi denari, di rendersi forti all’interno per reggersi a fronte dell’abbattuto sistema che tenterà rialzarsi. Vedete, o Veneziani, il frutto delie discordie e dei dissidii napoletani. Quella flotta che avete voi con tanta esultanza salutata è tutta ritornata nelle sue acque; que’militi ch’erano stati inviati a noi quasi lutti ci abbandonarono. Ecco le fatali conseguenze delle sperate o provocate discordie! Fate senno, o Veneziani, e non ponete ciecamente la vostra fiducia nelle disgrazie e negli sconvolgimenti, che non possono che illudervi per un momento e precipitarvi in disgrazie maggiori.