468 5 Luglio. {dall’ Imparziale) Siccome l’Assemblea nazionale non ha credalo di render palese il volo eh’ io aveva rimesso per iscritto, adducendo che i Deputati assenti perdono il diritto di votare nell’Assemblea, io affinchè ognuno conosca i miei pensamenti nelle circostanze attuali lo faccio colla presente di pubblica ragione, ANTONINI. IL MIO VOTO ALL’ITALIA. Poiché mi si onora d’interrogarmi sulle opinioni che hanno sempre regolato la mia vita politica, affinchè adempia aneli’ io all’ obbligo di buon cittadino, con 1’ esporre franco e schietto quel voto che mi pare il più fruttuoso e il più onorevole all’ Italia nelle sue condizioni presenti ; poiché l’intelligenza e 1’ amor patrio di quanti mi ascoltano, mi fanno sicuro che la qualunque mia opinione non sarà fraintesa quest’ oggi —■ 10 mi accingo, o signori, ad esporvi pubblicamente, e nei più brevi termini possibili, questa forinola di dichiarazione politica, che nella diplomazia viene abusata col nome di professione di fede. Prima di tutto è dovere d’ un Italiano il dichiarare altamente che a malincuore si vede costretto a discutere interessi remoli politici quando 11 pericolo della patria dovrebbe affratellare ogni spirito negli interessi attuali; che male a proposito s’intavola una questione così vitale all’Italia nel momento in cui la sua attività, anche morale, è concentrata nelle operazioni della guerra, e gli animi agitali da speranze o paure, non permettono forse spontaneo, libero, disappassionato il giudizio — É dovere d’un Italiano il dichiarare francamente'che l’Italia potrebbe forse domandar conto un giorno dell’ immaturità del Consiglio, che formulò la sua sorte avvenire, Ma se questo è un male necessario, inevitabile alla dolorosa posizione in cui ci troviamo, dopo aver protestato con tutte le mie forze, non mi resta altro che esporre la domandala opinione. Signori, io ho abbandonalo l’Italia perchè mi partii veramente Italiano per convinzione, per principi!, per cuore, Io partii dall’Italia in tempi infelicissimi ne’ quali neppur un barlume di speranza trapellava del suo avvenire ; partii con 1’ anima straziata e mi sono lanciato a proferire il mio braccio e il mio sangue dovunque vi fosse a difendere lo sforzo di un popolo che tendeva alla sua indipendenzaj alla sua libertà. — E mi fu cara perciò la Polonia perchè sempre più risoluta in mezzo ai sa-grificii tremendi di sangue che ogni libero moto le ha costato finora; amai ogni paese dove 1’ eguaglianza e la fratellanza sociale facesse più nobile la condizione dell’ uomo. — Per trentadue anni io mi sono conservato sempre consentaneo alle mie convinzioni giovanili, ed uomo al mondo non può imputarmi una transazione co’ miei principii d’ allora. Questa perser-veranza non mi fruttò che sagrificii e dolori e queste sono appunto le glorie della travagliata mia vita. Ma io non rinnegherò adesso una vita intera di abnegazione se anche tutta Europa stesse contro me a giudi-