484 10 credo, che senza bisogno di altre discussioni, l’Italia sia salvata a Venezia, e Venezia all’Italia (Applausi). Basta dunque rassegnare air Assemblea la forinola, che io progetterei per la fusione con il Piemonte. E sono le parole medesime, colle quali, esprimendo la condizione del paese, credeva di dover procedere a quell’atto il Governo provvisorio lombardo, coll’esordio del decreto con cui è chiamata la sottoscrizione per la fusione : « Obbedendo alla suprema necessità che l’Italia intera sia liberata dallo straniero, ed all’intento principale di continuare la guerra dell’indipendenza con la maggiore efficacia possibile, come Veneziani in nome e per l’interesse delle provincie di Venezia, e come Italiani per l’interesse di tutta la nazione, votiamo l’immediata fusione della città e provincia di Venezia negli stati sardi con la Lombardia, e alle condizioni stesse della Lombardia, con la quale in ogni caso intendiamo di restare perpetuamente incorporati, seguendone i destini politici unitamente alle altre provincie venete. » 11 deputato Bellinato: Sarebbe mio desiderio che, 11011 come condizione, ma come desiderio di Venezia, fosse esposto al Piemonte che Venezia ha bisogno del suo Arsenale, che Venezia ha bisogno del suo portofranco, che Venezia per la prosperità commerciale avrebbe d'uopo che, almeno pel territorio veneto, avesse un dazio inferiore a quello che fosse accordalo per la città di Genova. Il deputalo Castelli: Io crederei che la nostra dichiarazione dovesse essere franca, generosa, confidentissima, come di fratelli che si versano nelle braccia di fratelli. Non posso dubitare, clic nè dal Piemonte, nè dalla Lombardia ci venga restrizione alcuna de’vanlaggi, che avevamo nella nostra posizione il giorno in cui ci siamo liberati t dal giogo. Io confido pienamente nel Piemonte e nella Lombardia. Per altro, proporrei che di tale osservazione dell’onorevole deputato fosse falla menzione nel processo verbale (adesione), fosse fatta menzione di questa mia osservazione e dell’adesione generale. Il deputato mons. cau. Piantoni Aggiungo anche io; parlo come veneziano che da 55 anni lia conosciute le vicende di questo paese." Deve abbracciarsi la proposizione più ampia del nostro onorevole ministro e deputato, nel solo riflesso che noi ci diamo a fratelli che non ignorano il nostro stato, a fratelli che conoscono, che pel maggior loro bene devono confluire a mantenere i privilegii di questa cara città (Approvazione). Il deputato Bocchi: Crederei diriger dunque le nostre parole ed i nostri affetti ai fratelli. Credo che fosse sufficiente, piucchè esporre condizioni, il mostrare l’alta nostra speranza che riponiamo nel re Carlo Alberto, che riponiamo nel Parlamento dell’alta Italia, i quali tulli, io dico, sapranno valutare i riguardi che sono dovuti ad una delle più antiche e cospicue città, ad uno dei più importanti porti dell’ Adriatico (Rumori). Il deputalo Olper: Pieno di tutta la confidenza, come hanno da avere fratelli rispetto a fratelli, espongo solo poche parole, acconsentendo pienamente a quello che disse l’onorevole deputato ministro Castelli, che noi non ci diamo a nessuno, noi siamo fratelli che abbracciano altri fra-