453 Appresso si mandò a voti la seconda parte dell’ ordine del giorno, formulata nei seguenti termini dal deputato Castelli: « Obbedendo alla suprema necessità che la Italia intera sia liberata dallo straniero, ed all’intento principale di continuare la guerra dell’indipendenza colla maggiore efficacia possibile, come Veneziani^ in nome e per l’interesse della provincia di Venezia, e come Italiani, per l’interesse di tutta la nazione, votiamo l’immediata fusione della ciltà e provincia di Venezia negli Stati sardi con la Lombardia, e alle condizioni stesse della Lombardia, con la quale in ogni caso intendiamo di restare perfettamente incorporati, seguendone i destini politici, unitamente alle altre provincie venete. » Questa proposizione fu approvata dall’Assemblea, alla maggioranza di 427 voti contro 6, e la votazione annunziata in mezzo agli applausi più fragorosi. 5 Luglio. raovixffGiAz.s NELLE SALE DEL PALAZZO DUCALE IN VENEZIA. Sessione del 4 luglio. La sessione fu aperta alle ore 9 e mezzo antimerid. Fatto l’appello nominale, risultano presenti 134 deputati. Viene fatta lettura di una lettera del deputato generale Antonini che scusa la sua assenza per malattia. Così pure il generale Milonopulo giustifica con un certificato medico il suo impedimento. Dai segretarìi Medin e Varò si fa lettura dei due processi verbali della seduta d’ieri; ai quali varii deputati domandano siano fatte alcune giunte e rettificazioni. Terminata la lettura del processo verbale, chiese la parola il de/nt-tato Olper. il quale parlò nel seguente tenore : « Cittadini e fratelli d’Italia.....! Prima che si aprano le discussioni intorno al tema vitale, che ci verrà assoggettato, credo di fare una mozione, su cui mi faccio lecito di richiamare tutta l’attenzione dell’Assemblea. — Non entra quest;? nella tesi proposta. Noi siamo di quelli che crediamo, che, come andava errato ieri chi pretendeva risedere il potere sovrano nell’Assemblea, prima che fosse costituita, crediamo che il potere sovrano oggi veramente esista nell’Assemblea costituita; ed in essa sola. Ieri, vi fu chi osò dire in questo recinto che Venezia vive in uno stato di angoscia, e che conveniva subito, precipitosamente, deliberare, lo credo d’interpretare la intenzione dell’Assemblea, dicendo che essa rifiuta la sua estensione questa espressione: noi viviamo iu uno stato d’angoscia ! Venezia è sicura; lo sappiamo tutti, lo sapeva quello che ha esternato questa opinione. Viviamo sicuri dalla parte strategica, come disse il deputato ministro Manin; viviamo sicuri di noi; e le manifestazioni del popolo furono sempre per la salvezza indubitabile di questa Venezia.