381 gemono: ma non si scoraggiano, e imperterrite gl’incalzano, e li riducono a vergognose condizioni. Sai che la nostra città è percorsa da un fiume solterraneo ( il Seveso ) e da chiaviche. Ebbene, per que’sotterranei si rimpiattarono i Croati; poi tratto tratto sono spinti dalla fame a cacciar su la testa dai bottini delle vie, gridando misericordia. Oggi stesso vidi la folla accalcarsi al ponte di Porta Renza, ove si era udito l’urlo d’alcuni di essi in un condotto che mette nel naviglio: vi si diede Pacqua, e dovettero sbucarne. Braccio destro e senno di Radetzky era il tenente maresciallo Schon-hnls, eveniva con una bella divisione sopra Brescia; niente meno che con ottocento uomini, cinquantaun ufficiali, tre pezzi d'artiglieria, molti cavalli, molte munizioni e la cassa da guerra. Ecco gli si presenta, chi? un avvocato, Rogna di Brescia; con che? con una banda di trecento civili, c gl’intima di cedere; e l’eroe cede, e abbiam tulli questi in mano. Vedi se han ragione i nostri d’imbaldanzire, e di esporsi a pericoli, da cui non sempre escono netti. Radetzky col grosso dell’esercito or accampa vicino di Crema; e s’è qui affisso sulle cantonate un suo proclama, ove dice aver abbandonata Milano perchè così richiedeva il suo piano strategico; aver concentrate le truppe sulla sua base; colle quali, fedeli e invitte, ritornerà sopra Milano. Stolto spavaldo! Egli è là fra i prati, sui quali abbiamo latto scorrere le acque, e poco andrà che dovrà metter giù le armi, pur beato se otterrà la capitolazione che si concesse alla guarnigione di Venezia, d’andarsene senz’armi, nè cassa, nè archivj, pagandole di che mangiare. 0 amico, trova se sai nelle storie un paragone di tanto eroismo, ds tanta viltà, di tanta ferocia; e risali su fino a Senacherib. Costui veniva dicendo; In che più fidate? ¡Son sapete quel che io e i padri miei abbiavi fatto a tutti i popoli della terra? qual Dio potrei strapparvi dulia mia mano? e con lingua forestiera insultava e atterriva la città. « E Dio mandò l’Angelo, che percosse ogni robusto guerriero e il loro capo, sicché tornò con ignominia nella sua terra » ( n. Paralip. xxxii ). Sì! è Dio che vinse, Dio solo: gloria dunque a Dio e al suo vicario in terra! I centomila sgherri tedeschi L’Insubria inondano, duce Radel*lj: Non scende in campo Iddio con I asta; Dal cielo ei mostrasi; mostrasi e basta. Polvere sono dinanzi a te, Dio grande e forte, popoli e re. 24 Giugno. BULLETTINO DELLA GUERRA. Dai rapporti del Comando generale della Marina Veneta e del Comando del Forte di Marghera abbiamo i seguenti particolari intorno agli attacchi dei giorni 22 e 23 del corrente. Ad 4 ora e mezzo pomeridiana del giorno 22 il nemico si presentò