413 I popoli a lauti eccitamenti non si mostrarono impassibili ed i sovrani in Italia dovettero comincerei ch’era, ormai giunta l’epoca di riformare la loro politica : il duca di Toscana, ed il re di Piemonte, più accorti degli altri, furono i primi ad approfittarne. Ma la influenza austriaca somma presso il re di Napoli ed alcuni altri piccoli principati, insinuando il terrorismo, consigliava di non cedere al voto dei governali. — Fu allora che il cannone vomitò le sue mitraglie contro Palermo e la ricca Messina: nella lunga e sanguinosa lotta vinsero le popolazioni. I destini dell’impero austriaco e del regno Lombardo-Veneto in Italia erano affidati al vecchio Mettermeli, diplomatico indipendente, ostinato e retrogrado. — Feroce quell’egoista, ordinava la devastazione e la guerra. Come dJintesa, gli Alemanni fecero sentire ai loro re clic doveano volontarii costituirsi, essendo tale la volontà di tuli’ i loro amministrati. Per colpa dei rispettivi governanti, a rivi fu versato il sangue in Prussia, in Baviera, in Vienna. — Radetzky che in Milano capitanava quattordici mila uomini, avido di sangue, obbediva agli ordini dell'inumano Mettermeli; ma gli abitanti di quella capitale, tuttoché disarmati, diedero a lui una memorabile lezione: quel generale, dopo perdute molle migliaia di combattenti e le migliori posizioni, scaccialo a forza dalla cillà, abbandonar dovette di notte tempo il fino allora occupato castello. Appunto in quei giorni Venezia pure fece incredibili prodigj. La Lombardia liberala dall’oppressore nel 22 marzo p. p. insediava un governo provvisorio: nello stesso giorno Venezia, vinto l’inimico, proclamava la Repubblica di S. Marco. E qui passare in silenzio non si pouno i sinceri elogi dovuti ai valenti che provvisoriamente ci governano. — Col secondare il voto del popolo, istituendo la Repubblica, di S. Marco, essi acquistarono le simpatie e l’adesione delle vicine floride provincie, assoggettatesi volontarie e concordi a quel reggimento repubblicano che per molti secoli governolle in passato. •— La Europa intiera non potò ancora dimenticare g'i armigeri prodigj, l’ammirabile politica della Repubblica Venda. Ma pur troppo vi sono in giornata taluni dichiaratisi contrari a questo nuovo nostro governo repubblicano, ritenendolo immaturo per noi, e sostengono che per non ingelosire gli Stati vicini meglio sarebbe dipendere da un governo costituzionale: cioè da un re moderato. — Miserabili dubbi ! miserabili consigli ! Governavasi Venezia in Repubblica cinquantanni or sono e la popolazione in allora era educata ad un tal genere di governo. Come non potrà più esserlo in oggi? Quando nei passali giorni del nuovo ordinamento csternavasi il bisogno del braccio di lulto il popolo, ognuno, gloriandosi dell’ acquistato carattere di repubblicano, correva ad offrire i suoi servigi alla patria. Quando proponevasi una guardia cittadina, unanime il popolo si affrettò ad empierne i ruoli. Quando si raccomandò la conservazione dell’ordine, ognuno prestossi con lodevole impegno: la personal sicurezza e proprietà vennero conservate, Senza che avesse luogo neppure un solo caso contrario.