371 » loro potere è immancabile, essi sono lr immagine di Dio qui in terra; » — ed inchinata la fronte si prosternavano. Ed io ciò risguardava e l’anima mia assorta da profondo stupore si conturbava. Allorché una voce: Figlio d‘ Adamo, che vedi tu? e come non rispondeva: — Tu Aedi i pontefici di Cristo. Ed io penetrai nel tempio e percorsi le lunghe navate deserte, le volle si perdevano nell’oscurità, un orrore silenzioso mi circondava ed un fremito mi trascorreva per le vene. Al fondo del Santuario sopra un altare rischiaralo da lampada morente vidi una grand’ombra, un non so che di inesprimibile, una forma divina che sembrava piegare sotto le catene. Ed io ciò riguardava e la mia carne tremava ed il mio fronte era coperto di freddo sudore, allorché una voce: Figlio d’Adamo, che vedi tu? e come non rispondeva; — Tu vedi il Cristo Redentore del mondo. Allora caddi boccone a terra; la mia vita temporale fu come sospesa, e ciò che passò in me, non ha parola nel linguaggio degli uomini. — Ritornato in me stesso, mi trovai in mezzo la folla, ed eravi un inaudito miscuglio di pianti e di gioie insensate, di preghiere e di bestemmie; delle danze sopra una tomba, un’orgia in un luogo santo. Tutto ad un tratto una specie di tuono lontano, un rumor sordo, confuso, orribile commosse l’aere, crescendo di momento in momento. — Chiedevano i popoli spaventati: Cosa è questo rumore? e loro fu detto: È il vento del Signore che passa. E le foreste s’inchinavano come l’erba e le colonne del tempio infrante s’urtavano come le ginocchia d’un uomo briaco, e i tetti dei palagi trasportati come fili di paglia sparivano nella polve e i muri crollavano e i troni scricchiavano come un legno secco sotto le ginocchia d’un fanciullo. — Respinti dall’uragano i fiumi straripavano, il mare sormontava i lidi e tutte queste acque si mescevano, s’agitavano, spingevano e respingevano un ammasso di macerie che avvolto dalla bufera s’univa, e a poco a poco vedevasi salire dal seno dell’abisso e tra il flusso e riflusso del-Fonde, come enorme montagna di rovine, alzando la fangosa cervice coronata da deformati cadaveri. Considerando le difficoltà di ritirare danaro dalla terra-ferma stante le interrotte comunicazioni; Considerando, che potrebbe mancare il modo di notificare i protesti degli effetti cambiarii ai giratarii, accettanti e traenti domiciliati in terraferma, entro il termine stabilito dall’ art, 10 del vigente Codice di commercio; 23 Giugno. Ili