431 Tommaso. Vedete! La malattia dei Principi al giorno d’oggi è appunto la repubblica. Il resto pensatelo voi che lo capirete più che se ve lo dicessi. Pietro. Eh ! ho capilo abbastanza io, ma pure bisogna che non sia cosi perchè si vede col fatto che gli stessi Principi non solo ci hanno promessa l’assistenza loro, ma ce l’hanno anche data. Tommaso. Sì, i buoni ed onesti, ma guardale ino cosa ha fatto quel- lo di Napoli che non è nè onesto nè buono; subilo che ha pollilo gabbare e scannare i suoi popoli, ha richiamali i suoi legni e ci ha lasciati esposti al blocco di mare che finirebbe di consolarci se non avessimo per buona sorte la squadra del Re Carlo Alberto, che, 11011 solo ci difende, ma unita ai nostri pochi legni tiene invece bloccato il porto di Trieste a danno dell’Austria. Pietro. Ma il Re Carlo Alberto è un re aneli’esso, eppure lascia come dite, la squadra, anzi la accresce per difendere la nostra repubblica, e ci promise il soccorso della sua armata. Tommaso. Perchè ritiene che faremo una volta giudizio: perchè non vuol persuadersi che per un nome vano e vuoto d’ogni effetto ci contentiamo di comparire rinnegati in faccia a tulta l’Europa, e quel che è più, all’Italia, che ci aprì le sue braccia e ci propose dapprima il patto di unione comune, perchè uniti possiamo salvarci tulli dagli unghioni di quegli orsi oltramontani che ci hanno tenuti alla catena per 54 anni e ci vorrebbero favorire una seconda volta. Pietro Fiabe! lo sempre ho sentilo dire che siamo liberi e che i popoli liberi hanno il diritto di scegliersi quel governo che più loro piace. Tommaso. Sì, ma tale per altro che non offenda direttamente gl’interessi e le opinioni degli altri stali co’quali dobbiamo per ogni ragione formare una sola famiglia. Pietro. Benissimo. Dunque proclamino la Repubblica anche gli altri, cosi saremo tutti uniti. Tommaso. Siamo forse noi i più belli, perchè 24 milioni di anime si addaltino al capriccio dei pochissimi che ancora s’ostinano, come voi, a voler la Repubblica? Via, compare, facciamo giudizio, che è tempo. Pietro. Ma sentite : che male ci sarà se vorremo governarci noi repubblica, e lasciar che gli altri facciano quello che vogliono? Tommaso. Che male ci sarà eh? Povero parpagnacco! i Croati ci stanno lutti all’intorno a tre miglia di disianza, seguitiamo a mostrarci superbi sconoscenti verso i fratelli Italiani, che sono qui, e soffrono per amore d’Italia, per amor nostro, difendendo i nostri Forti; irritiamo un altro poco i Principi e i Governi costituzionali degli altri Siali Italiani, ostentando disprezzo ai loro inviti, e poi quando sarà richiamata la squadra Sarda, quando partiranno da Venezia, dai Forti i generosi fratelli Romani, Lombardi, Napoletani e tutti gli altri prodi che sono qui per la causa comune, ma specialmente per noi, quando la nostra brava Marina irritata dalla nostra non curanza li seguiterà, come ha protestato, andate allora in piazza a proclamare la Repubblica e vedrete quanto i signori croati staranno ad occuparvi i Forti, quanto starà la squadra austriaca a