339 17 Giugno. (dalla Gazzella) Agli Ufficiali ed Equipaggi della divisione di Napoli, distaccata dalla squadra italiana al blocco di Trieste. Una parola di compianto. Siccome grande fu la gioia in ogni cuore italiano nel vedere congiunti nello stesso campo di battaglia i generosi figli d’ogni parte di questa nostra santa terra, dall’ Etna all’ Alpi, per iscacciare il comune nemico, lo straniero; così non meno grande è oggidì il nostro cordoglio nel vedervi da noi partire per inatteso comando del vostro re. Noi speravamo tutti uniti rinnovellare l’eroico ardore degli avi, c versare il nostro sangue per la troppo lungamente sospirata libertà della patria comune; e per tal modo non essere da meno di quei nostri fratelli, che sui campi della Lombardia e della Venezia tramandano ai posteri il più glorioso nome. Un ordine reale vi toglie invece alla sospirata gloria comune in questa santissima guerra della nostra indipendenza, e forse vi destina ad una guerra civile .... Accettate, o (rateili, una lagrima di profondo dolore, che i cuori nostri vi tributano, e perchè vi sentivamo veramente fratelli, e perchè eravamo ben lontani dal potervi ancora ritenere vittime di politici tenebrosi raggiri in questi giorni stessi di nostra redenzione, in questi giorni sfolgoreggianti di luce italiana, e che a caratteri eterni la storia de’ secoli a segnar si prepara. Se non che, ci conforta almeno una speranza, quella cioè che la vostra spada non si farà mai istrumento di delitto e che ritornerete a stenderci la mano, di fraterno sangue non macchiata, giacché egli è ben certo che voi tutti rifuggite dall’orrenda vista di quel sangue, che già contaminò le piazze e le vie delle principali vostre città. La tristezza poi ehe il vostro partire c’ infonde, ci viene tutta dal pensiero del solo vostro sacrificio, poiché noi restiamo qui sempre troppo forti contro un nemico, le masse del quale non hanno nè aver possono e fermezza di volontà e coscienza di causa. I nostri più fervidi voti v’accompagnino adunque, acciò non giunga nemmeno al vostro orecchio il comando di adoperare il ferro contro ai fratelli, ed ognuno di voi serbi iddio all’onore della patria ed alla gloria d’Italia. Dalle acque di Pirano, 13 giugno 1848. Gli ufficiali ed equipaggi della fiotta italiana. 17 Giugno. ITALIANI ! A purgare la bellissima nostra patria dallo straniero co-corre un vincolo santo di vivissimo mutuo amore fra tutti i suoi figli.