463 popoli. I Re, o assoluti o costituzionali aspirano tutti al dominio illimitato; i popoli alla libertà. Quest’ ultimi tentavano una transazione, e volevano carpire ai Re il potere con delle costituzioni; li primi aderivano alle costituzioni per carpire ai popoli tutto il potere. Limitandomi ora a parlare dell’ Italia, eli’ è quella che m’interessa, non avrò molto ad affaticarmi per indurre i miei lettori nella persuasione, che il Re Carlo Alberto, ed il Re Ferdinando di Napoli abbiano accordata la costituzione ai loro popoli, non per intimo sentimento di giovarli, nè per rimorso della loro precedente condotta, ma per timore di perdere il trono, e che del pari in Vienna si è preteso, rispetto al Regno Lombardo-Veneto, accordando la costituzione, di salvare alla Monarchia Austriaca una parte di essa tanto interessante e necessaria. Ma tutte le costituzioni furono, come dissi, accordate dai Re per ingannare i popoli, e con la ferma loro intenzione di ritornare al più presto possibile nei solili raggiri di corte; e credo di non ingannarmi se temo che il Nestore della diplomazia stia forse nelle sue reali combriccole cl’Albione, ancora maneggiando con le maligne sue arti il servaggio delle nazioni. Carlo Alberto sa bene che l’allontanamento delF Austria dall’Italia è come F intimazione della sua reale dipartita dal trono ; a Carlo Alberto deve dunque interessare che l’Austria resti sulle soglie d’Italia; come Ferdinando di Napoli ha da vedere in questo la speranza di conservarsi Re. L’ Austria contro l’Italia unita non può resistere, ma 1’ Austria sicura per parte del Piemonte, della Lombardia, e di Napoli, può dominare in Italia, e frenare le idee liberali di Roma, di Livorno, e di lutti gli altri repubblicani. Carlo Alberto spera forse ritornando a Torino circondato da tre milioni circa di Lombardi, riconoscenti per essere stati affrancati da un abborrito giogo, salvali da stragi e devastazioni, e tuttavia paurosi e stupefatti, spera, dico di cingersi ancora la corona dell’ assolutismo sul capo, perchè con cento mila Austro-Croati sui suoi confini pronti ad assisterlo, teme meno le pretese dei Piemontesi, che d’altronde devono apprezzare ¡1 vantaggio di conservarsi centrali di una parte tanto ricca ed importante dell’ Italia. Il Re di Napoli d’altra parte non può illudersi nella fede, che lungi 1 Austria dall’ Italia i suoi sudditi sentano ancora il freno del paterno suo scettro, nè che lungi F Austria dall’ Italia gli resti forza sufficiente per soggiogarli; ma conservata l’Austria in Italia egli può tornare assolutista. E F accanito raggiratore de’ gabinetti, il Re delle mene fraudolenti e se-crete, dirà sorridendo : « Un piede nell’ Italia, la discordia in Vienna, un Poco di tempo, e ben presto tornerò necessario a coloro che mi hanno scacciato. » Ecco, come io spiego gli enigmi che ingombrano in questi giorni la niente di tutti noi : ecco, perchè Carlo Alberto con centomila combattenti, pieni di ardore e di volontà, resta a guardare rinchiusi quasi nelle fortezze circa quarantamila austriaci, in parte demoralizzati, avviliti, mal pagati ed incerti della loro sorte avvenire; perchè Carlo Alberto richiami al suo campo, come disse un suo Bullettino di guerra, anche i dodicimila Napoletani che ferventi di amor italiano vorrebbero pure liberare questa