-ss» 99 Siati. Pur nulladimeno la occulta nimistà s’intravedeva sempre quando poteva mostrarsi senza pericolo o danno proprio. Cosi ajutò, ora segretamente, ora in palese, una mano di valorosi pirati slavi, clic aveano messo nido nelle coste montuose della Croazia e infestavano 1’ Adriatico, gli Uscocchi. Prodi, agguerriti, ma ignari di qualsiasi umanità, crudelmente danneggiavano il commercio che restava ai Veneziani. Nel 1543, nel 1593, nel 1606 ebbero luogo le pugne principali contro gli llscocchi, che parevano spenti e risorgevano. Cresciuta la inimicizia del potente vicino, la repubblica nel 1593 fondò la fortezza di Palma, per difendere il Friuli aperto agli assalti di lui. Finalmente, nel 1614, si venne a guerra manifesta clic durò sino al 1622. Gradisca, fortezza del nemico, fu assediala dai Veneziani ; gli Uscocchi, alleati e protetti dal potente vicino, furono combattuti. Col vicino si fermò pace, c poiché 1’ ausilio degli Uscocchi non gli era più di giovamento gli abbandonò. Sparvero dai mari. Filippo II, re delle Spagne e delle Indie, signore in Italia di Lombardia, di Napoli, di Sardegna, protettore dei Medici, fu uomo di tale altezza d’ ingegno, che nessuno lo ha superato ; l’ingegno gli tenne luogo di coraggio e di umanità. Si collegò, nella guerra detta sacra, coi Veneziani e col pontefice. Noi vorremmo scrivere la storia di Venezia per narrare le prove di coraggio date dai Cristiani nel giorno 7 ottobre 1571, ond’ebbe nome immortale il golfo di Lepanto. Ma questa vittoria di Sebastiano Vcniero, di Marcantonio Colonna, di don Giovanni d’ Austria, che fu una delle maggiori battaglie navali, che la storia registri nelle sue pagine, rimase interamente sfruttata. Filippo II, al quale bastava aver reso illustre il suo nome con tale vittoria, si accorse che se fossesi incalzato 1’ inimico sconfitto, Venezia avrebbe riacquistate le terre perdute sui lidi d’ Oriente e la sua preponderanza sui mari. Il predominio di lui in Italia ne avrebbe scapitato, e colle sue ambagi fece per modo che gli Ottomani si rinforzarono. A Filippo non garbò che Venezia ridivenisse grande ; il sacrifizio di Cipro fu consumato colla morte di Marcantonio Bragadino, martire della religione e della patria, contro ogni fede scorticato vivo. Si fermò dai Veneziani la pace per