224 Noi buoni cittadini, come obbedimmo al poter dittatoriale dei Governi provvisori!, cosi rimarremo passivi spettatori anche di questo atto, col quale si crede di sopire i partiti sacrificando la libertà. Nè saremo noi, amant'ssimi della patria e quindi della vera libertà, quelli che in sì fatali momenti vogliano dar principio ad una lotla politica. Dio ce ne guardi. Possiamo pensare che differire la questione politica al termine della questione militare fosse differirla ad un’epoca, nella quale sarebbe stata risolta con libera maturila, e definita coll’unico possibile trionfo sui minori parliti, col trionfo della vera legalità. Ma non possiamo pensare che una precipitosa, incompetente, immatura e insufficiente rivoluzione del problema politico ci autorizzi a muover difficoltà, che di riflesso si ripercuoterebbero sulla questione militare, e quindi sulla grande causa dell’indipendenza. In quella voce noi leali cittadini diremo francamente a Carlo Alberto quella vrrit.’i, che certo deve piacergli, gli diremo francamente: » Le vostre armi ci salvarono l’indipendenza, il vostro senno ci salvi la libertà. Assumendo la difesa della nostra indipendenza, voi comprometteste la vostra, faceste una causa sola di noi e di voi in faccia ali’Austriaco. K faceste da vero principe italiano. Assumendo la nostra condizione politica, voi dovete agire e pel vostro interesse e pel nostro in un modo che ci salvi la libei tà. Questa libertà è ora coperta d’un velo. È vostro debito fare degli atti che la oflesero e la offendono quel conto che basta, perchè il Comun bene ne sia provvisoriamente ottenuto. Ma, vinto l’Austriaco, è vostro debito per noi e per voi, per quel tutto politico che intendete formare con queste parti un tempo divise d'Italia, di ripigliare il cammino della libertà là dove i nostri Governi provvisori! più non seppero o più non poterono seguirlo. « E qui vogliate, o magnanimo re, por mente alla falsa posizione cui si vuole condurre. Le questioni dell’unità territoriale, le questioni del reggimento politico, le questioni delle persone destinate ad esercitare i grandi poteri, che per un dato territorio e con date forme venissero preordinati, sono questioni essenzialmente proprie delle Assemblee costituenti. Queste assemblee non possono venirne spogliate; esse, (piando una volta sono convocate, non conoscono preventivi impegni, appunto perchè riposano sul dogma della sovranità popolare. Il Belgio costituì dapprima la sua unità teiritoriale e la sua legge fondamentale, e poi chiamò il saggio Leopoldo. E Leopoldo, perchè fatto re dalla volontà nazionale regolarmente iaterrogata, continuò ad esserlo pur quando la Francia discacciava Luigi Filippo. La Sicilia è sulla medes'ma via. Limitare la costituente a stabilire una speciale forma di organismo monarchico-cosiituzionale, levando alla sovranità popolare regolarmente interpellata la triplice questione: a) della fusione di più territori! pei quali preesistono fatti compiuti totalmente distinti; b) della forma di reggimento politico in genere; c) della persona e famiglia chiamata ad esercitare la più gran parte del potere sovrano, è disconoscere la naturale onnipotenza di simili Assemblee. Ma ciò non basta. Chiamando l’Assemblea costituente a versare sulla special forma dell’organismo monarchico costituzionale dopo decisa la questione sulla persona e famiglia chiamate ad esercitare le funzioni monarchiche, s! fa un controsenso politico, Sl suppone precostituito nn poter reale, del quale non sono designati gli attributi ed i limiti. Quanto non sarebbe stato meglio per noi e per voi, o magnanimo re, serbare intatte al loro naturale libero e ordinato sviluppo tutte le questioni politiche? Quanta maggior dignità per voi e per noi nel tenerle affatto distinte dalla questione dell’indipendenza? Ma ciò che non fecero ! Governi provvisori! o i Comitati dipartimentali, ciò dovete far voi. Con una legge elettorale larghissima conforme al diritto di tutti i cittadini e commisurata alla possibilità deli’uso ragionevole di questo diritto (i diiilti non s! esercitano personalmente se non da chi ha l’uso della ragione per poterlo fare), dovete procura.e la nomina ordinata di deputati che rappresentino la sovranità popolale. Quest! deputati devono decidere, in un modo inappellabile per tutti i partiti, le cardinali questioni che ora si vogliono non già legalmente risolte, ma dittatoriamente tagliate. E con "no sviluppo ordinato e libero la volontà nazionale deve giungere nuovamente a quel punto, al quale ora giungerà solo apparentemente, e giungerà col disordine c senza libertà vera. Allora, solo allora, potrete dire che il vostro trono sarà stabilmente fondalo. Allora, solo allora, potrete dire di aver fatto per l’Italia ciò che nessun principe ha mai latto per alcun popolo. « Non ho potuto resistere, prestantissimo amico, al desiderio, al bisogno eli’io provava j*' esprimervi questi miei leali pensieri. Per ora io non sono nè monarchico nè repub-lcano. Per ora io sono il nemico dello straniero. Cacciato lo straniero, io jjrò ciò che