469 Molte cittadine vennero ad offerire le loro cure al malato ; altre apprestarono l’occorrente a medicarlo in appresso ; alcune parlarono con lui e le accolse con parole schiette e cordiali. Il Generale s’intrattiene sempre di tutti gli affari che riguardano la difesa di Venezia, e la sua legione. Oggi la legione degli esuli arriva a Venezia a un’ ora circa dopo mezzodì, proveniente da Mestre. La conduce il vecchio soldato / incenso Pio, valoroso italiano, che dal 1821 in poi non si diè tregua nell’aiutare all’Italia. Primo al fuoco nella domenica scorsa, egli col venerando suo aspetto inspirava ardore nei combattimenti; uomo ben degno del suo Generale, e de’suoi coraggiosi soldati. Dal quartiere del Generale Antonini UAiutante Segretario F. Seismit-Doda. (dalla Gazzetta) COMANDO SUPERIORE DELLA CITTÀ E FORTI DI VENEZIA. • —.— — » — A quanti mi onorano e confortano dei loro scritti. Dal 21 maggio corrente, io ricevetti d’Italia e da fuori molte lettere, o di persone cui mi legano memorie ed affetti non cancellabili, o di generosi cittadini che si adoperano nel consigliare lealmente a prò’ dell'Italia. Ad esse sarebbe pur mestieri il rispondere ; a quanti di me lontano si rammentano, dovrei offerire un cordiale saluto, una parola riconoscente. Ma questo bene mi è tolto; dacché in un fatto d’arme, sciaguratamente mancato non per mia colpa, il mio braccio destro andò perduto nei '•intorni di Vicenza, la sera del 21 maggio. E vorrei pure rispondere a molti di quelli che sollecitano da me un grado nelFarmata, quando questa fosse per organizzarsi stabilmente. Vorrei soltanto scrivere ad essi che , quando si combatte per la patria, uno solo dev’essere il grado di tutti, * onore; che il soldato coraggioso vale nel campo quanto il suo Generale, e sovente più d’esso ; che ad un governo nuovo qualsiasi, quindi povero, l’emungere gradi e danaro non è onorevole alto di carità cittadina. Tutto ciò io ripeto perchè vorrei tutti concordi in un solo desiderio. Ai nemici e agli amici miei io rivolgo queste poche linee, interpreti dell’ anima mia che si effonde al di sopra degli umani dolori in un sentimento di perdono e di amore. Il Generale Giacomo Antonini.