11 salgono sopra una scranna, si circondano di prezzolati, declamano quattro sonori paroioni, e si l'anno applaudire? Questi sono le maschere della discordia, le maschere assoldate dai successori dei Torresani, dei Mettermeli. Vedete que’tali, che balzati nel fango, allontanati dalla pubblica amministrazione, proclamati indegni di coprire un onoralo impiego, cercano di spargere la diffidenza, di porre in sospetto i prescelti daH'altuale Governo, che declamano contro le spese, contro le operazioni e contro la lealtà dei funzionarli? Costoro sono le maschere dell’egoismo e della calunnia. Vedete coloro che, un tempo boriosi e superbi, appena degnavano di concambiare un saluto, che vi guardavano con occhio di disprezzo o di compassione, che inveivano con parole incivili e villane, che s’irritavano di una minima contraddizione, e che ora col riso sulle labbra, colle parole di affetto vi stendono la mano e si collocano al vostro livello? Questi sono le màschere dell’ipocrisia. V’hanno poi maschere che tentano di dilaniare la fama altrui per desio di avanzamento, che spargono menzogne per esercitar una vendetta, che assumono l’aria di pietà per disonorare il suo simile, che pongono in ridicolo le buone azioni, i tratti di beneficenza e di carità. Eccovi le maschere del giorno; guardatevi, cittadini, dai loro infernali tranelli; questa infinita schiera di infami s’aggirano per le piazze, pei caffè, per le bettole, spargono i semi delle intestine discordie, cercano indirettamente di toglierci i beneficii della nostra rivoluzione! Maledette maschere! Oh, sì per Dio. durerà poco il vostro carnovale, e subentrerà fra breve per voi una magra quaresima! Pesi sulla vostra fronte la sempiterna esecrazione dei popoli liberi! Recida Iddio il filo delle nostre trame, e sperda la vostra memoria per omnia succida sacculorum Àmen. Avv. JACOPO MATTEI. 1 Maggio. RISPOSTA Air invito di una Crociata di pie donne italiane, fatta dalla Cittadina TUTORIA LOMBARDA. Cagione di gioia verace, non per me sola, ma per tutte le buone persone fu l’invito, pochi giorni prima da voi diretto alle pie donne italiane, chiamandole ad arrotarsi sotto l’Augustissimo Vessillo della Santa Croce per combattere colle orazioni e con altre opere buone a vantaggio della nostra santa Cattolica Religione. Non era infatti dicevole che mentre a prò dell’Italia si aduna ogni arma, ogni forza, mentre taluna del nostro sesso emulando il sesso più forte, corre qual nuova amazzone sui campi della battaglia accesa del nobile desiderio di giovare a costo del proprio sangue alla comun Patria Italiana, non era dicevole, ripeto, che quelle le quali non posson far questo, restassero inoperose, lasciando giacere oziosa nel fodero l’arma eh’è più potente di ogni altra, e eh’è quella altresì, che assai meglio d’ogni altra al femmineo sesso conviene» Aè vi sia chi schernisca il vostro progetto, opinando che la preghiera sia