432 bloccare il mare, ed in line quanto starete voi stessi a dovere, con una buona fame nel corpo, andar colle PEATE a levar gli austriaci. Pietro. Ah! Ah! Andate là che mi fate ridere: io ho letto in un giornale che questo non potrà esser mai. Eh! tutti gli altri Italiani hanno troppo bisogno di mantener libera Venezia. Tommaso. Ma dicono pur anco che Venezia potrebbe rimanere città Anseatica, dunque è segno che l’Italia può stare senza di lei, e che se anche Venezia tornasse Austriaca, il Piemonte ha Genova pel suo commer-mercio, e quei forti medesimi che servono a guardarci dall’invasione della Terraferma, con poche modificazioni basterebbero a guardare questo confine d’Italia dallo straniero che volesse attaccarla da queste parti; e, sapete, l’Italia unita farebbe presto a ritogliere all3 Austria que’Forti; talché vedete che Venezia ha più bisogno dell’Italia che l’Italia di lei. Pietro. Compare, voi cominciate a farmi paura davvero. Tommaso. Ma mettiamo pure che il giudizio e il patriottismo de nostri fratelli, di cui abbiamo continuamente le prove più chiare, ad onta della nostra ingratitudine non soffrissero d’abbandonarci; un bel carattere mostrerebbero i Veneziani, quello di vili, d'ingrati, di presuntuosi, di imbrogliatori che vogliono come suol dirsi, cavare la castagna dalle bragie con le zampe del gatto. E sarebbe questa la bella corrispondenza di lealtà, di amore fraterno che daressimo alla generosa Lombardia, nostra vera sorella nelle miserie della schiavitù, e più adesso negli sforzi della redenzione. Questo è l’attaccamento delle città sorelle della Venezia, questa la simpatia, l’amore, la slima che debbe legarsi a tulti gli altri Italiani? — Via andate là, compare, che mi stringe il cuore solamente a pensarlo. Pietro. E perchè dunque hanno proclamata la repubblica? Tommaso. Per dei motivi che il giorno 22 Marzo potevano esser plausibili; ma che le circostanze d’oggi hanno non solo reso inutili, ma dannosi. Pietro. Eppure vi son molti che la sostengono ancora. Tommaso. Si; gl’imbroglioni pagati dall’Austria per far che torniamo suoi schiavi. Gli uomini che hanno più care le loro private passioncelle, che il bene della patria; i perturbatori dell’ordine pubblico che sperano per tal mezzo di suscitare discordie interne per un iniquo loro profitto, e forse per cogliere il momento di confusione, onde andare a prendere e ricondurre il paterno regime Austriaco. Le teste riscaldate, come voi, che non sanno calcolare le conseguenze, ed infine gli ambiziosi che mettono tutto il loro bene nel vedere abbassate nel loro livello quelle teste che erano un poco più atte e che per questo spasso non si curano che tutto vada alla rovina. Pietro. Come siete malizioso! Io non credo tutte queste cose, anzi ritengo che chi sta fermo a voler la Repubblica sia l’uomo veramente dignitoso che affronta tulli i pericoli, piuttosto che disdirsi e rovinare la causa comune. Perchè vedete ( ve lo dico in secreto ) io so da buona fonte che da qui a pochi anni tutti gli stati Europei si erigeranno in tante repubbliche; ed allora quale non sarà la gloria di Venezia di essere stata la prima in Italia a darne l'esempio?