440 vanni, Bullo dott. Sanie, Trifòni dott. Francesco, Scarabellin Girolamo. Grassi Lorenzo, Benvenuti do.lt. Bartolommeo, Boscolo Luigi detto Marchi, dott. Giacomo Nordio, e Dataico Medili. Alle due poni., la sessione fu sospesa per la revisione delle Commissioni, e doveva cpiindi riprendersi. Chi è Italiano gridi — Viva Pio IX! Viva la Unione! Bando alle fraterne contese. Bando alle ire di cozzanti principii, germe pestifero di civile sconcordia. Tutti siamo fratelli; siamo tutti Italiani. Viva la Unione! Viva la Independenza! Viva la Libertà! Questo è l'idolo che dobbiamo adorare sull’aitar della Patria ardente del sangue della guerra. Viva il glorioso nostro sangue italiano di Re o Popolo che sul campo delle battaglie scorre a torrenti per la Unione e Independenza Italiana. Leggete il Proclama d’ingresso nella Lombardia e Venezia di Re Carlo Alberto dato in Torino il 23 marzo e vi persuaderete ch’Ei qui venne co’suoi a pugnare per la Unione Italiana, nè già per fondare la Repubblica di Venezia. Ei venne a darci ajuto nella inscienza di nostra precedente liberazione dal detestato Austriaco, e della proclamata Repubblica nell’ore meridiane del 22 marzo. Infatti : la materiale distanza di qui a Torino esclude la possibilità che dal mezzo del 22 marzo la cognizione della nostra Repubblica fosse in Torino la mattina del 25. Non ci vuoi meno dunque della nefanda impudenza delle spie dell'Austria per asserire che Carlo Alberto sapesse della Repubblica lorchè venne colle anni nella Lombardia e Venezia. Oggi là fusione di quasi tutte le Provincie nostre col valoroso Piemonte è fatto compiuto. Se vogliamo la Unione dobbiamo entrare cogli altri, dacché questi non potrebbero venire con noi. Anche le leggi di materiale proporzione esigono che il meno entri nel più. Oggi possiamo fare uno Stato grande che resista all’infernale torrente della barbara irruzione in Italia: facciamolo dunque. Rammentate che la lue micidiale d'Italia fu e sarà sempre la divisione. Stale certi, che divisi, qualche pietoso straniero c’ingoja. Non ¡scordale essere un dì eminentemente avventuroso ai popoli quello in cui minorano e regi, e troni, e corti. Ora possiamo vedere i troni di Modena, Parma, Lombardia e Venezia congiunti nella sola Casa Italiana di Savoja, armata e guerriera da campo, non da nefandi intrighi ministeriali diplomàtici contaminata o pervertita. Non lasciamo scappar la occasione che certo per accumularsi di secoli non tornerà più con altro Pio a Capo.