53 7 Maggio. ironizzo ai yeneziaw deliberato dai, circolo nazionale DI GENOVA. Fratelli Venezum! La grande qucslione che agita al presente l’Italia, è questione d’indipendenza e di unità. 1,’indipendenza iniziata dal sublime eroismo dell'insorta Milano, sostenuta dalla civile fermezza della vostra Venezia, si sta ora compiendo sulle pianure Lombarde dal valore e dall’entusiasmo dell’esercito Italiano. 1/unità, fede e coscienza di tutti i buoni pende ora dinanzi ni grave giudizio del popolo Italiano: e in questo giudizio pesano i destini d’Italia: e vi sta per entro raccolta la rovina o la grandezza della patria comune. Fratelli Veneziani ! Se l'amichevole invito di un popolo grande come Voi nelle memorie di famosa Repubblica, ed emulo un tempo delle vostre imprese navali, non può giungere al vostro cuore nè inutile, nè discaro .... Fratelli Veneziani! stringiamoci compatti le destre, sacrifichiamo generosi le esclusive libertà del municipio ai palpitanti interessi, alle imponenti necessità della causa nazionale: gettiamo le prime e salde fondamenta dell’ unità politica italiana : e sia quest’ unità il santo simbolo e la parola vivente dell’amore e della fratellanza comune. Nè gravi difficoltà si oppongono per raggiungere l’altissimo fine se noi stessi non ci opponiamo a noi stessi. Gli avvenimenti, che con ordine di mirabile previdenza prepararono e stabilirono F Italiano risorgimento, segnano a noi la strada che dobbiamo percorrere nell’attuazione dell’italiana unità. Non lottiamo colla prepotente natura delle cose, colla forza inevitabile dei fatti ma prendiamo consiglio dalla intelligente necessità dei tempi. La spada del Capitano Italiano rivendica l’indipendenza all’Italia: ma solo la possente unità incarnata in un regno costituzionale, potrà mantener salda l’indipendenza in Italia. E sia scuola di civile sapienza il nobile esempio del popolo siciliano, che seppe a un tempo mostrare indomito coraggio sul campo e specchiata prudenza nel parlamento. Fratelli Veneziani! Oh! accogliete come Faffetto più santo dei nostri cuori, come il pensiero più caro delle nostre menti, l’arnica parola che noi vi porgiamo — non dissotterriamo dalle ceneri il simulacro di cadute repubbliche, chè noi tenteremmo invano soffiare alilo di vita sopra un cadavere; scordiamo il passato, afferriamo il presente, viviamo nell'avvenire.... Oh! uniamoci, uniamoci solto la bandiera liberatrice d’Italia. E sia quel giorno ih cui si potrà dire : Venezia si unì a Genova, e le due regine del mare si strinsero sorelle nel bacio dell'unità Italiana!... Evviva VITALIA una, Libera, Potente! Evviva CARLO ILBERTO ! Evviva PIO IX! Cesare Leopoldo Bixio, Presidente. — Paolo Farisa. Fice-Presìdentc. Andrea Da.neri, Ficc-Segretario,