67 parte propria; oltreché spedendo suoi deputati a Durando in Ferrara, ed a Della Marmora a Treviso e Spresiano, e continue staffette, fino a due in un giorno, implorando soccorso. « Se pure Belluno fu superato, lo fu per forza maggiore. « I Corpi franchi avevano già trattenuto e respinto il nemico per più giorni in più luoghi, e questo, cui pur necessitava l’entrata nella vallata di Belluno si spinse lungo la linea dei monti a mezzodì di Belluno, e sempre più discosto dalla città, fino al punto delle Candelle sopra Melf dove passando per sentieri quasi impraticabili e sconosciuti, riuscì a penetrare nella vallata. Si aggiunge che non poteva venire veduto, perchè da due giorni quelle montagne erano coperte da così lilla nebbia, che reu-deva impossìbile lo scorgerli a pochi passi dì distanza. « Quando il Comitato ebbe àvviso del nemico, esso era già a Pri-chiana a circa 7 miglia da BellunOj forte di 800 (ottocento) uomini, e Mei aveva dichiarato di non potere far resistenza, e d’avere sepolto le armi. Se questi 800 fossero corsi sopra Belluno, Favrebbero trovato sprovvisto d’armati, perchè tutti gli atti alla guerra erano parte al campo di Santa Croce e parte alla difesa dei passi sui monti tra Santa Croce e le Candelle. — Inoltre quelli di Santa Croce avevano di faccia 2000 uomini, e v’ era avviso come 1500 Tedeschi si erano diretti da Fregona pel Causigli© in Alpago. I nostri qnindi venivano presi in tutti ì casi alle spalle, e quindi triste poteva diventare la loro sorte. Furono richiamali, e così salvali a tempi migliori. Il Comitato fece abbruciare il ponte di Capodi-ponle per ritardare al possibile i' avanzarsi del nemico, e rendergli impossibile o difficile assai il passo per Fartiglieria e la cavalleria, come pure per proteggere la ritirala dei nostri, c seguendo sempre l ordine in iscritto del generale Della Marmora ; fece pure eseguire barricale al ponte di pietra in Belluno per assicurarsi da una sorpresa notturna, e vi dispose distaccamenti; eia inutile far saltare colle mine il ponte ili pietra, perchè In Piave era quasi dovunque guadabile. « Il Comitato riconobbe non più possibile una difesa a ogni costo, ma anzi dannosa, perchè vedeva che mandnva a certa morie i suoi bravi ed animosi Corpi franchi senza la speranza di un esito felice. Tanlo riconobbero i capi stessi dei Corpi franchi. Il Comitato poi, per fare ancora quanto dipendeva da sè pel bene della causa comune, invitò il Corpo franco a lasciare Belluno ed unirsi a Durando, per poi continuare l’opera sua efficace. Gli animosi del Corpo franco accolsero volonterosissimi l'offerta, e tosto, provveduti di denaro dal Comitato, e colle loro munizioni ed artiglieria, si dirizzarono per Feltro, al campo di Durando per porsi a sua disposizione, ben certo eh’essi bene armati, bene disciplinati, animati dal migliore spirito e dalla più ferma volontà, nonché praticissimi dì tutti quei luoghi e sentieri, saranno di non piccolo vantaggio alla sua armata. « Al Comitato più non restava che a sottoporsi al giogo straniero r> ritirarsi, ed esso prescelse di partire emigrato, rimettendo il comando al Municipio. » Da questa lettera appare non essere stata vilmente ceduta agli Austriaci la città di Belluno, come nelle Ultime Notizie di jeri sfuggì dalla penna di un nostro collaboralore, a vero dire, poco esattamente infor-