209 E chi di voi sarà, che ricusi di essere fratello, o figlio al popolo Veneziano? Quali demeriti, quali colpe ha egli verso di voi, perché lo vogliale deprimere ed av vilire, come fate o stracciandone lo stemma dagli atti ufficiali, o villanamente lordandone le parole « Repubblica Veneta » o vomitando inutili sì, ma offensive e crudeli espressioni contro chi dedica notte e giorno tutto se stesso per difenderci dall’ estero nemico, e dalla ancora peggiore, anarchia? Se tutto non piace, piaccia almeno la volontà. E non è il popolo Veneziano, che nei passati secoli, unico in Italia, conservò la libertà, e la civilizzazione? Non è egli quel popolo che, relativamente ai tempi ed ai costumi, vi governava per secoli con amore e grandezza; sotto il di cui dominio avete prosperato e trionfato? Non lo ricambiarono i padri nostri con dimostrazioni di fedeltà e di affetto nelle vicende del secolo scorso? Non è egli quel popolo che vi fa socio e maestro nel ricuperare la libertà? Non é il Veneziano quel popolo forse a cui, nelle attuali circostanze, ricorreste per ogni maniera di soccorso? Non vi ha dato forse egli munizioni ed armi, fin quasi a restarne privo? Non sono i suoi crociati corsi a difendere il vostro territorio? Non è quel popolo nel di cui seno soltanto, in caso di una invasione nemica, sperate di trovare salvezza a voi, alle vostre famiglie, non che a parte delle vostre sostanze? E questo popolo voi insultate? questo popolo vilipendete ignominio-samente? questo popolo ricusale di riconoscere per fratello? E quando ciò indegnamente eseguite? quando più di ogni altra cosa abbiamo bisogno di unióne : quando il nemico calpesta ancora il nostro suolo : quando Io abbiamo alle porte delle nostre case : quando inline ferve tuttavia una lotta tremenda, il di cui esito possiamo sperare felice, ma non è ancora del tutto deciso. Chi pensa in questi momenti a municipalismi, e a private vendette, non è Italiano. Si governi pure una partè d'Italia a repubblica, ed un’ altra a regno, potranno esse confederarsi assieme egualmente, vicendevolmente assistersi, in comune difendersi dallo straniero , ed insieme godere della libertà di commercio. Ma non vi lasciate illudere dai nemici dell’Italia, i quali soli possono dirvi, che con la repubblica presente vi si prepara a cadere di nuovo sotto il giogo dell’antica veneziana aristocrazia. 1 principii sui quali era fondata la società antica sono ben diversi d>'ti principii presenti: quelli poggiavano sulla forza, questi sull’amore e sulla fratellanza ; ed era appunto per questi principii, che il Governo provvisorio residente in Venezia s’intitolava , al suo nascere , Governo provvisorio dulia Repubblica Veneta, che è quanto dire di Venezia, e di tutte le Provincie che ad essa avessero voluto aderire. Che se mai vi è dispiaciuto, popoli ’Neneli, che l’attuale ministero sia formato di Veneziani o di gente da molti anni dimorante in Venezia, considerate che Venezia fu la prima delle nostre città ad essere libera, e che non poteva lasciare, neppure un istante, senza governo il suo popolo. Quando poi si farà una nuova scella, e sostituzione ai ministri, tutta intera essa potrebbe cadere su persone Venete sì, ma non Veneziane: il T. IL 44