412 quella nazione dovette discendere dal soglio e venne instituito un Governo repubblicano democratico. Nel commovimento di tanti milioni d’uomini impossessossi del potere il più ardimentoso, il più fortunato. — Cadette il Governo della repubblica e la Francia inginocchiossi dinanzi ad un nuovo despota che appena concedette la variazione di alcuni nominativi. Le pressoché incredibili continue vittorie riportate dai Francesi su quasi tutte le potenze europee diffusero nelle milizie, e quindi tra le popolazioni, le insinuanti idee di loro sovranità, rendendole convinte che nella unione risiede la forza. Una generale rivoluzione minacciava per ogni dove, quando l’Europa intiera si confederò contro la Francia, dando il nome di sacra alla conclusa alleanza. Colui al quale da prima tanto sorrise fortuna vide eclissata la sua stella; fu vinto e confinato in inospito scoglio: la tremenda tirannia in-coraggiossi. — I re con nuovo riparto si divisero questa bella parte di mondo: la schiavitù generale fu la parola d’ordine ; la Francia impoverita d'uomini, di danaro e di territorio vide sul suo trono l’antica abborrita dinastia Borbonica. 1 sudditi di ogni sovrano assoluto, trovandosi illuminati, non ristavano dai tentativi di libertà; ma isolatamente agendo, venivano tratti a morte dinanzi all’altare del dispotismo. Per altro alcuni fervorosi riescirono ad eludere la vigilanza dei tiranni ricoverandosi presso alcune poche città libere. — Colà ebbero seggio appositi comitali che mantennero in vita le speranze dei popoli determinali ad affrancarsi. Anche in detta epoca fu prima la Francia che scacciò i Borboni ed insediò nel 4830 un re costituzionale, la elezione del quale, ancorché non spontanea, nò generale, cadette sopra Luigi Filippo d’Orleans, uomo destro e non popolare. — Per varii anni dominò egli la generosa Francese nazione, mascherando con raffinata ipocrisia le sue tendenze al potere assoluto. Ricco oltremisura seminava il suo danaro tra i bisognosi malcontenti. — Nella'camera dei deputati esso ed il suo schiavo ministero aveano una maggioranza invincibile: la opposizione era divenuta impossente per mantenere le libertà nazionali. — Le leggi di repressione, la stampa umiliata, i forti innalzati, il ministero a lui mantenutosi sempre devoto, la corruzione negli elettori, erano i passi giganteschi di Luigi Filippo contro le volontà del popolo. — Un grido d’indignazione corse per tutta la Francia: la guardia nazionale e gli abitanti di Parigi scacciarono quel traditore: la repubblica per una seconda volta fu proclamata. Alcun tempo prima un grande avvenimento accadeva in Italia. — La sede di Pietro, rimasta vacante, venne coperta da un uomo inspirato da Dio che vestiva virtù senza numero, Pio IX. — Correggendo gli abusi del vecchio governo, sfasciò quasi per incanto l’aristocrazia romana, pubblicò una generale amnistia, institui la guardia cittadina, tolse al sacerdozio il reggimento secolare, volontario, assoggettossi ad una costituzione chiesta ed aggradita dal suo popolo: perseverante, non cessò in ogni occasione di benedire la unione italiana.