o 2^0 c teologo, c caldo difensore della santa sede, e quel frate Egidio sotto cui si tenne un sinodo assai celebralo, contenente regolamenti intorno alla disciplina ecclesiastica, ai costumi del clero ed ai riti de’divini offizii. Visse egli insino all’ anno 1510. Nel sinodo, il patriarca è intitolato primate della Dalmazia, e si enumerano lutti i suffraganei del patriarcato ; cioè i vescovi di Ciltanova, di Caorle, di Torcello, di Chioggia e di Castello, l’abbate di santa Maria di Barbano, 1’ arcivescovo di Zara, i vescovi di Ossaro, di Veglia, d’Albe e d’ Equilio. Fra i canoni degno di considerazione è il quinto, in cui è prescritto, che non avendovi nella estensione di tutto il patriarcato grádense altro sovrano principe laico clic il doge veneziano, nel canone della messa, dopo il papa e dopo il patriarca, si preghi per esso doge e per lo Stato di Venezia. Ora ci conviene aggiungere poche parole intorno ai diritti ed alle prerogative dei patriarchi di Grado. 11 diritto metropolitico dei patriarchi di Grado si andò stendendo sopra quelle cattedre, che di tempo in tempo sursero nelle lagune, le quali poi, nelle sue epistole, anche papa Giovanni VII chiamò dei vescovi della marittima veneziana. Sei furono queste sedi : Malamocco, Eraclia o Eraclea, Equilio, Caorle, Torcello e Chioggia, delle quali le cinque prime non esistono più. Malamocco, isola così detta dal fiume Medoaco o Brenta, che cadendo nelle lagune vi forma il porto oggidì chiamato col nome di essa terra, fu resa sede vescovile nell’anno 658, quando il vescovo di Padova Paolo, udita la vittoria del re longobardo Ro-lari sopra i Romani presso Modena, fuggì a Malamocco, e vi portò la cattedra con la approvazione di papa Severino. Vi è un’ epistola di Giovanni Vili, con cui intima interdetto ecclesiastico a Felice vescovo di Malamocco, per non aver prestato il dovuto ossequio al patriarca di Grado. Leggesi eziandio intervenuto a sinodo provinciale in Ravenna Pietro, altro vescovo di Malamocco, l’anno 697, ed aver sottoscritto la lettera di papa Giovanni stesso in una controversia canonica di Erolfo, arcivescovo di Salisburgo. L’ anno parimente 1096 fu fatto vescovo di Malamocco un prete della chiesa veneziana di Olivolo.