208 no, e nella nostra allocuzione dei 20 decorso, mentre abbiamo detto che rifugge il nostro cuore paterno di dichiarare una guerra, abbiamo espressamente annunziato 1’ ardente nostro desiderio di contribuire alla pace. Non sia dunque discaro alla Maestà Vostra che noi ci rivolgiamo alla sua pietà e religione, esortandola con paterno affetto a far cessare le sue armi da una guerra, che, senza poter riconquistare all’ impero gli animi dei Lombardi e dei Veneti, trae con sò la funesta serie di calamità che sogliono accompagnarla e che sono da lei certamente abborrite e detestate. Non sia discaro alla generosa nazione tedesca che noi invitiamo a deporre gli odii, e a convertire in utili relazioni di amichevole vicinato una dominazione, che non sarebbe nobile nè felice, quando sul ferro unicamente riposasse. « Così noi confidiamo che la nazione stessa, onestamente altera della nazionalità propria, non metterà l’onor suo in sanguinosi tentativi contro la nazione italiana: ma lo metterà piuttosto nel riconoscerla nobilmente per sorella, come entrambe sono figliuole nostre e al cuore nostro carissime; riducendosi ad abitare ciascuna i naturali confini con onorevoli patti e con la benedizione del Signore. « Preghiamo intanto il Datore di ogni lume, e l’Autore di ogni bene che inspiri la Maestà Vostra di santi consigli; mentre dall’intimo del cuore diamo a lei, a Sua Maestà l’imperatrice e all’imperiale famiglia l’apostolica benedizione. « Datarti llomaa apud Sanctam Mariani Majoretti die 5 maji anno MDCCCXLVIU, Pontificatila Nostri anno secando. « PIVS PAPA IX.- »> Questa lettera è riferita dal Labaro ed altri giornali. La Patria, la fa precedere dalle seguenti parole : « Questa lettera fu fatta il 5 di maggio, e si dice che 1’ Austriaco non abbia risposto. Se fosse vero questo oltraggio al Pontefice, esso non tarderà (crediamo) ad eseguire quello che annunziava nell’ultimo periodo della lettera, e che tolse dalla minuta, sperando che l’esortazione sarebbe stata ascoltata e avrebbe risparmiato 1’ uso di tutti i mezzi legittimi contro il nemico d’Italia. » 31 Maggio. Il demone della discordia, che è, e fu sempre 1’ angelo decaduto, e il tutelare degli Imperatori in Italia, pur troppo ci insegue, ci incalza, e molti di noi già investe colle maligne sue arti, seduzioni e paure. Siamo però in tempo di impedirgli a conseguire la orribile, e detestata sua impresa, purché vogliamo ricordarci, che siamo tutti italiani, che nessun popolo di questa penisola lenta di dominare sull’ altro, ina che bensì tutti desiderano di abbracciarsi come fratelli, e come padri coi figli.