121 coraggio c d'intelligenza e di quella concordia che sola può far salva la patria. L’inno di Pio IX, eh’è l’inno del popolo, risonava in appresso per la piazza, come risonava alla sera dinanzi alla mensa degli ospiti fratelli, commisto al grido di viva ai prodi italiani, ed all'Italia! Il convito dato ai fratelli napoletani era preseduto dall’invialo di Milano, sig. Restelli, e dal comandante della divisione della Mai-ina venela, generale Bua. In esso era veramente rappresentata l'unione italiana, nostro desiderio comune: ed i brindisi, che si alternavano per le bocche sia dei presidenti del convito, come di parecchi ufficiali napoletani, del Poe-rio, del comandante della flotta sarda, Ippolito Spinola, dell’ inviato di S. M. sarda, sig. Rebizze, del presidente della Repubblica veneta, Manin, dominavano le invocazioni all’unità italiana, a Pio IX, ai principi riformatori e difensori della patria, i viva alle flotte napoletana, sarda e venda, ai generali Pepe e Statella, che accorrono aneli’essi alla cacciata dello straniero, alle Guardie civiche, ed in line al Governo della Repubblica veneta. 18 Maggio. (Dal libero Italiano) Ci pervenne la notizia che Milano, precipitando ancor più vergognosamente le vigliacche sue dedizioni, abbia deciso per acclamazione in piazza l’immediata dedizione a Carlo Alberto. A questa novella infamia speriamo che il nostro Governo non vorrà accomunare il suo nome finora intemerato. Un passo di più nel cammino della debolezza vitupererebbe i loro nomi per sempre. L’indirizzo che inseriamo qui sotto offrirebbe una sortila legale a questa trista posizione, e concilierà (lo speriamo almeno) i voti di tutti. L’indirizzo sarà pronto domani mattina nell’ufficio della redazione del nostro Giornale presso il cittadino F. T. Anserini, aggiunto alla Redazione, in calle Sant’Antonio, salizzada S. Luca, al civico n. 4112 rosso, ove si riceveranno le sottoscrizioni per olio giorni prima di presentarlo al Governo. INDIRIZZO AL GOVERNO PROVVISORIO DELLA REPL'RBLICA VENETA. F ormai tempo di rompere il silenzio intorno alla questione politica italiana: giacche questo silenzio violato da chi prima lo impose, non servì che a sagrifieare un partito a favore dell’altro, e tende a fare della questione nazionale una questione dinastica. Milano, abdicando la sua gloriosa corona, è uscita dal Provvisorio alla sua maniera: è uscita ponendo una condizione il giorno 12 maggio e rinnegandola dopo due giorni. L’esempio di Milano influirà sulle altre città lombarde, influirà sulle venete. F necessario che Venezia almeno, rispetti un po’ meglio sé stessa e i diritti del popolo, e dia al mondo un esempio di dignità e di fermezza. I sottoscritti, a nome di lutti quelli che, sparsi per la penisola, con-secrarono vita e:l averi a quella libertà che comprende implicitamente