350 zappatori, i quali, pregevoli lutti e comandali dall’ottimo maggiore Moreno, immediatamente passarono in compagnia di due battaglioni di vo-lontarii. 11 maggiore Ritucci poi, che son lieto di poter chiamare della mia scuola, essendo egli stato antico mio subordinato, giunto alla sponda del fiume, pronunciò queste nobili parole: Di là è l’onore, di qua il di-sonore, e i soldati lo varcarono. Fui seguito da tutti gli uflìziaii del mio stato maggiore, e raggiunto da parecchi uffiziali, e da qualche distaccamento. La divisione di fanteria, e quella di cavalleria, tanto applaudita dal patriottismo Bolognese, m’abbandonarono. Deluse così le mie speranze di accorrere in aiuto della causa d’Italia, e di porre in fiore la gloria militare napoletana, pensai di offrirmi qual semplice volontario al re Carlo Alberto. Ma, chiamato con le poche truppe rimastemi a soccorrere Yene-zia, il suo Governo mi affidò il comando delle forze, in essa raccolte, ed il Cardinal legato di Ferrara, a nome della Consulta da lui preseduta, desiderò che assumessi quello delle forze pontificie sulla sinistra del Po. Troppo discorderebbe dal mio animo e dalla mia vita il ricusar di adoperarmi in servigio della Italiana indipendenza. Accettai dunque i comandi conferitimi. Possa allo zelo corrispondere la riuscita! Possa la fortuna non mostrarmisi avversa! Non è in poter suo lo scemare quell’amore per l’Italia che, qualunque io mi sia, mi è stato decoro, e nella sventura conforto. GUGLIELMO PEPE. 18 Giugno. {dalla Gazzetta) Poscritto. COMANDO IN CAPO DELLE TRUPPE NELLO STATO VENETO ORDINE DEL GIORNO. Uffiziali, sotto-uffiziali e soldati delle milizie italiane, le quali sotto nomi diversi combattete nelle provincie venete affine di liberare l’intera penisola dal giogo austriaco, il governo di Sua Santità, il governo Veneto ed il commissario di quello di Lombardia hanno desiderato che io mi mettessi alla vostra testa. Ho accettato un tanto onore, e se cosa al mondo avesse potuto consolarmi del vedermi seguire da così poche tra le molte truppe che io aveva condotte in riva al Po, questa consolazione 1’ avrei per fermo ricevuta nell’ assumere il comando in capo di numerose schiere, appartenenti a parecchie provincie italiane a me care da lungo tempo, ed ora più che mai per la lusinghiera accoglienza fattami dalle loro popolazioni dopo le mie recentissime sventure. Fondamento e cima d’ogni militare eccellenza è la disciplina. Valore, amore di patria, gentilezza di sentire, energia di volontà, fermezza di proposito, sono in voi ; ma tutte queste virtù, che vi danno superiorità sulle truppe che dobbiamo combattere, rimarrebbero infruttuose ove non aì fosse unità di comando e prontezza di obbedienza. Sarà dunque mia cura d’introdurre e consolidare l’ima e 1’ altra fra voi. Senza esse, ad