480 Da tale ingente massa di lavori emerse la necessità di aggiungere 800 operai, ai 1100 che lavoravano ordinariamente nel nostro celebre Arsenale. Nè questo patrio monumento possiamo nominare senza un senso di compiacenza e di orgoglio. Benché ridotto a condizioni tanto diverse dalle liete sue sorti d’altre volle, potè bastare ai nuovi bisogni, e sopperire non solo alle urgenze della città nostra, ma a quelle eziandio delle provincie che si associarono al suo destino. E in vero, d’armi e di munizioni, se non riccamente, come alcuni eredeano, bastevolmente almeno provvisto, molte delle prime raccoglieva, fabbricava, riparava, delle seconde apprestava e distribuiva, non solo alla città, ai legni, ai forti, ma alle provincie iinitime ed ai varii comuni: oltre 45 migliaia di fucili, un centinaio di cannoni, 2600 sciabole, 60,000 fanti di polvere, 4500 cariche da cannone, un milione di cartocci da fucile, e racchette, e palle, e capsule ed altri differenti oggetti d’artiglieria, oltre due cannoni somministrati al vapore sardo il Malfatano, e dieci spediti in Ancona. E frattanto i nostri carpentieri aiutavano ai lavori di barricate nelle città vicine, i nostri pompieri minoravano i danni del bombardamento di Vicenza, i nostri ponlonieri erano a disposizione del generale Durando, al quale la Marina Veneta somministrava pressoché tutte le munizioni per l’esercito. I\è per tanti così svariati e pressanti lavori, inoperosi restavano frattanto i cantieri del nostro Arsenale. Allestita la Corvetta la Civica, fu sino dal 5 aprile stazionata al porto di Lido. Dieci giorni dopo usciva^ pronto alla vela, il brick da guerra il Crocialo; ai 7 di maggio l’altro il S. Marco', cinque soli giorni più tardi la bella corvetta di primo rango la Lombardia: nel dì medesimo si varava l’altra corvetta, l’Indipendenza, che il 19 giugno usciva dall’Arsenale. E quando all’apparire della squadra napoletana, nacque Muda di veder libera non solo la nostra navigazione, ma anzi di poter pigliare l’offensiva sull'inimico (fiducia che vana sarebbe tornata, pur troppo, senza il sopraggiungere della squadra sarda), i nostri cinque legni si unirono a far parie della flotta italiana, la quale trovossi allora la più copiosa che, sotto la santa bandiera di nostra nazione, solcasse da gran tempo l’Adriatico. Nè a questi tanti lavori si ristette l’alacrità nostra nel costruire. Che una goletta la Fenice è già pronta, e due brick il Dzlfìno ed il Camaleonte sono in allestimento, nè tarderanno a correre ad aumentare le forze della nostra divisione: così pure si aggiungerà bea presto il valido soccorso dell’altra corvetta a vapore il Pio IX, in quesli ultimi giorni varata all’acqua. E frattanto la riparazione d’altra grossa corvetta la Veloce. progredisce celeremeute, nè si rista di far avanzare la costruzione della gran fregata 1 Italia: a malgrado ddl'aversi intanto dovuto rifare in molta parte il piroscafo pontificio la fio ma, e qualche leggiera riparazione ai due bastimenti sardi il Daino e la Staffetta.. Nè finalmente sono a tacersi i telegrafi istituiti su mollissimi punii e comunicanti per linee non interrotte con la gran torre di S. Marco ; operazione di eminente utilità nelle presenti condizioni di guerra, e per attuare la quale fu d’ uopo creare un apposito corpo di telegrafisti, e re-