442 magna e di altre contrade d’Italia. La piazza era veramente una sala di ricevimento, degna della nazione. Il popolo, colla maestà d’un’onda che va e che viene senza turbare la riva a cui s’adagia, ansioso seguiva ogni moto di chi scendeva al suono della musica, fra le guardie civiche, che aprivano loro il varco fino al palazzo del Governo. Ai viva, che si mandavano ai fratelli napoletani, questi rispondevano con viva all’Italia, ed a Venezia. Ognuno avrebbe voluto essere testimonio dell’abbracciamento del Poerio e del Tommaseo, che, esuli un giorno per amore della patria, si rivedevano dopo tant’anni nell'atto di servirla entrambi in uflicii, allora non potuti presentire. Annunziò il Tommaseo dal balcone al popolo, presentandogli il figlio dell’ammiraglio e gli ufficiali con lui sbarcati, l’arrivo della flotta napoletana venuta a disperdere gli Austriaci, come un ultimo soffio che cacci un legno pirata; e ne trasse occasione per dire a’Veneziani, che il fraterno soccorso non doveva che vieppiù rinfiammare il loro ardore per la santa causa. Seguiva il capitano Flores, Napoletano, col dire che ormai di tutti gl'italiani uno solo doveva essere il pensiero, la cacciata dello straniero. Ed allora sorse un ufficiale Siciliano, protestando sentimenti di fratellanza generale in Italia, ed aversene una prova in ciò che le due nobilissime contrade di Napoli e di Sicilia mandano qui i loro figli per pugnare uniti contro il nemico d’Italia. Sublime cosa l’udire queste parole d’affetto patrio in bocca d'un Siciliano, dinanzi a Venezia raccolta I in quella piazza, che F Austriaco, non ha molto, arrossò di sangue italiano ! — L’Austriacoj e non il Tedesco, gridò fra la lòlla un dotto ed animoso figlio della Germania. Codesti Austriaci hanno guasta la bella causa della Germania! — La protesta di quell’uomo, cui il sangue dal cuore ribolliva sulla faccia commossa, vale più che ogni discorso a distinguere la causa della Germania da quella dell’Austria. Se il Comitato di Francoforte fosse stato presente a questa scena, sentirebbe come le due nazioni devono essere d’accordo a togliere l’ostacolo, che le divide per danno d’entrambe! ■17 Maggio. liSEVmillMV®. Bando finalmente alle illusioni ! Le feste alla squadra Napoletana sono giuste, sono dovute ( così fossero state tante altre ! ) ma sien brevi, sien finite. I nostri fratelli elle, con tanta perseveranza, combatterono e vinsero gli ostacoli mossi al loro arrivo, son pronti ad affrontare ogni pericolo per la nostra salvezza, eh’è anco la loro, chJè quella di tutta l’Italia. Si profitti dunque delle loro navi e dei loro magnanimi sentimenti. Si corra sopra Trieste e sopra Duino ad impedire uno sbarco di Croati che sta per farsi dall’una all’altra sponda, come fu già reso noto al Governo. Trieste medesima e l’Istria tutta e la Dalmazia, che in generale stanno per noi, e sono impazienti di riattivare le loro relazioni commerciali con Venezia, attendono con ansia le navi amiche per dichiararsi, impugnar