270 è spento : guai a chi ne svegli il ruggito ! Se crescesse il pericolo, se il nemico innoltrasse più torte ch’oggi non è, se, per vittoria o diplomazia, un palmo di terra italiana rimanesse sagrificato, noi tutti, canuti e giovani, uomini di pensiero o di braccio, voleremmo a riconquistarlo. Questa terra è santa ed emancipata per sempre. L’anime nostre sono rattristate, e violate le nostre più care speranze; ma dove il nembo s’addensi, dove s’annunzi giunto il momento, in cui è supremo debito del cittadino dare alla patria V ultimo obolo e l’ultima goccia di sangue, noi romperemo la penna per prendere, ira le moltitudini e in nome d’Italia, un fucile; e sul nostro labbro, muto alla parola d’apostolato j che oggi ancora ci è debito, non suonerà che un sol grido, il grido di guerra, il grido di Via lo straniero! Accolgano i giovani la nostra promessa : la loro è data a caratteri incancellabili, fui dalle cinque giornale. 6 Giugno. Viva V Italia ! Viva S. Marco ! Ultimo dei vostri Concittadini, ma tutto cuore per voi, v’ indirizzo, carissimi, queste brevi e chiare parole nella circostanza imponente del grande atto di Elezione, e Votazione per mezzo di Deputati, cui siete chiamati a prestarvi nel giorno 18 corrente giusta i Decreti del Nostro Governo Provvisorio. A questo grand’ atto infatti la specchiata probità ed interezza del nostro ben amato e sapiente Governo vuole che lutti vi prestiate con piena cognizione di causa, cioè con piena cognizione dell’ argomento, di cui dovete trattare, e dei diritti e doveri, clic vi riguardano. Sopra di ciò pertanto, e per quanto spetta alla massima in generale, crederei, a dir vero, che possiate facilmente aver alla mano ^ogni cosa, come p. e. nel libretto che ha stampato il Cittadino Gaspari: Massime di Scienza Politica, od altro consimile. Se per altro non ne avete alcuno, ecco quello che reputo dovere di cittadino leale di farvi conoscere ancora più succintamente in questo solo foglietto. Nel nostro 22 Marzo p. p. noi, Veneziani, fummo per una solenne Capitolazione, e per un manifesto prodigio, da un’ ora all’ altra, senza saper bene quello che avveniva fra noi, fummo, diceva, restituiti inaspettatamente alla nostra originaria libertà, e tutti al solo nome di S. Marco abbiamo tolto a mantenere colla vita e colle sostanze tutto ciò che di plU sacro dobbiamo sin da quel giorno: i. alla Nazione, di cui siamo parte non ultimi; 2. alla nostra carissima Patria. Alla prima, abbiamo già deliberato e preso, anzi comprovato con tutti i sacrificj possibili, che siamo, e saremo sempre congiunti coll'1 giusta e santa causa dell’ Un ione e dell’ Indipendenza Italiana; di maniera che è fuor di pgni questione che, come abbiamo fatto finora, cosi