360 Nel 4809, perduta la battaglia di Sacile, e costretto il principe Eugenio Beauharnais di ritirarsi fino a Verona, l’arciduca Giovanni, che comandava l’armata austriaca, circondò le lagune, ed ¡1 20 aprile Venezia rimase bloccata. Fortunatamente la battaglia di Ratisbona data dall’imperatore Napoleone, costrinse l’arciduca Giovanni a retrocedere, e dopo pochi giorni, Venezia ritornò libera. Nel 1809 le fortificazioni di Mal gli era erano cominciate, non però compite. Finalmente nel 4813, dietro la perdila della battaglia di Lipsia, l’armata del principe Eugenio Beauharnais essendo stata costretta d’abbandonar l’Isonzo, e di ritirarsi all’Adige, il 2 novembre Venezia rimase di nuovo bloccata dall’armata Austriaca. Ma questo blocco fu di lunga durata, mentre non cessò che il 16 aprile del 1814, in forza della convenzione di Schiarino Rizzino (castello presso Mantova) avvenuta Ira il principe Eugenio Beauharnais, viceré d’Italia, cd il maresciallo Bellegardc. Queste sette epoche di blocco, di difesa, di nuove truppe entrate in Venezia mi hanno servito di norma. Ciò che ho veduto, ciò che mi è stato detto tanto dai militari che difendevano, quanto da quelli che bloccavano Venezia; ciò che mi è stato riferito dagli abitanti di Venezia, e da quelli che abitavano i contorni delle lagune, mi ha fornito i mezzi di poter avere cognizioni esattissime sulle difese, ed i blocchi di Venezia. Dai fatti fin qui riportati si vede che le difese di Venezia sono state operate tanto dai Veneziani, quanto dai Francesi, che dagli Austriaci, tutte potenze belligeranti, tutte fornite di cognizioni militari, tutte ricche di materiali di guerra, tutte ardimentose, e tra le primarie d'Europa. Cinque volte bloccata e difesa Venezia sotto a’miei occhi, mi ha fornito i mozzi di conoscere come si potesse difenderla la sesta. Comincierò dal dire che dal Porto di Brondolo a quello di Cortei-lazzo, seguendo le sinuosità delle lagune e delle paludi \i è una distanza di circa 60 miglia. Per guarnir dunque la linea di terra, e stringere il blocco di Venezia, occorrerebbe un’armata di centomila soldati. Questi centomila soldati per bloccar Venezia, sarebbero costretti d’accantonarsi in un paese sterile, c d'aria malsana. Si rifletta ancora che un tale blocco si renderebbe del tutto inutile, quando non fosse secondato da una possente crociera di bastimenti in mare, crociera sommamente difficile, pei bassi fondi; incerta per la difficoltà di sostenersi nei tempi burrascosi, tanto per la borea, che pel sirocco. Dietro questi rimarchi non è difficile di far comprendere anche a quelli che non son pratici di guerra, che il bloccare Venezia con effetto è cosa assai difficile. Per ciò che riguarda l’assedio, o sia il tentativo che il nemico potesse fare per attaccare c sorprendere Venezia, ripeterò, che negli ultimi 50 anni nè i Francesi, nè gli Austriaci osarono di tentarlo. Sarebbe assai strano, assai disgraziato, che questo prodigio succedesse adesso per la prima volta. Le truppe che dovessero entrare a Venezia han bisogno di barche, di piloti, e di marinai che le conduca. Le barche nè si fabbricano, nè si trasportano facilmente. 1 marinai di Trieste, di Pola. dell’lslria e della Dalmazia non son pratici dei canali dell’interno di queste lagune. Le bai-