187 Per acquistare più facilmente abitudini nuove, sappiano essi mutare l’uffizio, o tornare privati, se non intendono che la sola prova di adesione chiesta dal Governo e dalla patria, è quella del sagrificio e dei falli. In condizioni diverse vediamo spessissimo tornar uomini coloro, che fuori del proprio luogo erano assai da meno. Poi, se tutti s'accorgono del donno gravissimo che il sistema austriaco recò alla nazione, tutti vorranno ad ogni costo e con ogni fatica svestire l’abito degli antichi padroni, per portare quello dei figli della patria. Noi abbiamo adesso bisogno di un moto accelerato, dell’ opera assidua e concitata, di sapersi assumere la responsabilità delle azioni per ogni caso imprevedulo, in cui la patria domanda servigii pronti, zelanti e di tutti quelli che l’amano. Il ritornello dell’impiegato austriaco: questo non tocca a me! chi serve l’Italia, non deve mai lasciarselo uscire dalle labbra. Tocca a tutti ed a ciascuno: vigilanti, prontissimi dobbiamo essere ad ogni bisogno. I quarti d’ora nel nostro orologio devono corrispondere alle ore intiere di quell'animale a sangue freddo, eh’è l’Austriaco. L’ufficio di noi tutti non dev’essere limitalo ad un luogo, ad un genere di servigii. 11 vero Italiano in questo momento di crisi non deve apparire lento nemmeno andando per la via. Deve poi essere impossibile ch’egli s’impancili in un calle, novellando, cianciando, politicando. Tante sono le cose da farsi a prò’ della patria in questo momento, che nessuno può negarle l’opera sua. Ciii si affida che altri faccia, o biasima per quel tanto che i pochi non possono fare soli, non ama la patria, non vuol usarle la carità del consiglio e dell’opera sua. I modi di prestare spontaneo e personale servigio alla patria^ adesso sono tanti, , che nessuno può addurre l’ignoranza a pretesto della propria poltroneria. E se v’ha ambizioso, che vorrebbe servirla in cerli gradi, sappia esserle utile ad ogni modo, e la sua ambizione verrà soddisfatta poi: che v’hanno anime così generose che non ambiscono se non di lasciare i gradi, quando cessato sia il pericolo e la fatica maggiore. Ripudiamo tutti l’austriaca eredità: e facciamo vedere ai Tedeschi, che ci tenevano per uomini da nulla, che noi siamo da più di loro. Oh ! quante volte si dovette chiudere nell’anima il dolore del vedere nei Giornali e nei discorsi loro derisa la nostra infigardaggine ! Essi avevano la viltà d’insultare il loro schiavo, e lo schiavo incatenato non poteva rispondere ! Ma ora che spezzammo le nostre catene, dobbiamo rispondere coi fatti. ESTRATTO DHL’ ORDINE GEMME DELLA USUA VEfiBTA N. 65, 28 Maggio 1848. Il grande avvenimento della rigenerazione italiana sviluppa dei sentimenti repressi, ed aumenta la somma degli obblighi, per noi specialmente che abbiamo dichiarato di voler dedicare la nostra opera, il nostro ingegno, la nostra vita ad esclusivo servigio della patria. L’articolo inserito nella Gazzetta di Venezia N. 150, del 27 corrente, Eredità Austriache, analizza così al giusto la necessità in cui ci troviamo di prestarci a