449 tndiiin, dove più ferveva il bisogno. Ma nella notte dell’ l i agosto, in quella notte fatale die saputosi l'armistizio di Sa lasco, in quei momento di pericolo nel quale il popolo Veneziano fece conoscere quanto valeva in lui la forza e l’ardire, e come il 22 marzo seppe rovesciare le orgogliose insegne dell’Austria, in quella notte volle che i Commissari Sardi cedessero il potere. A frenare un tanto impeto popolare bastò solo Manin, che presentatosi al popolo furente lo calmò, e cou uno spaventevole coraggio gridò dal pogginolo del palazzo nazionale alla esaltata moltitudine — per queste 48 ore governo io e pel popolo ■— e l’esultante popolazione solennizzò con una salva di applausi l’ardimentoso suo proferimento. NcH’Àssemblea dèi 43 gli venne concentrato il potere sovrano nella dittatura in unione ai cittadini Cavedalis e Graziaui, indefesso prestando ogni sua cura onde provvedere agli urgenti bisogni della patria, ed in tempi così difficili mantenere la quiete, il buon ordine nella città unica che con perseveranza c coraggio sa mantenere incontaminato il vessillo della indipendenza italiana. A togliere qualunque sinistra opinione sulla illegalità della Assemblea dell' 11 ottobre 4848 volle l’integerrimo animo del Manin fosse convocata pel giorno 15 febbraio 4849 un’Assemblea generale permanente di rappresentanti eletti con suffragio universale, che avessero mandato per decidere su qualsiasi argomento che si riferisca alle condizioni interne ed esterne dello stato. In quest’Assemblea molti oppositori tentavano levare dalle mani del Mania se non in tutto_, almeno in parte il potere, ma il popolo faceva chiare dimostrazioni volere a Preside del Governo quell’uomo straordinario che seppe conservare Venezia indipendente, ed aderendo ai voleri del popolo, l’Assemblea deliberò e proclamò il 7 marzo a pieni voti Daniele Manin Presidente assoluto del Governo di Venezia. L’opposizione avrà sempre a combattere colla fiducia e col buon senso del popolo, il quale ben sa comprendere che senza l’opera indispensabile di Daniele Manin Venezia verrebbe esposta a gravi pericoli^ appunto da quel branco di fanatici e di demagoghi che non sanno conoscere in Manin il vero e spassionalo propugnatore della indipendenza italiana. VIVA MANIN! VIVA VENEZIA! 47 Marzo. AI PRODI CHE PIANTERANNO SULLE ALPI IL VESSILLO TRICOLORE LA PATRIA. AI CACCIATORI DELLE ALPI Io vi ringrazio delle nuove speranze, o fratelli, che date alla Patria, e ringrazio quasi le sventure, che vengono educandovi alla concordia del coraggio. Finche gli uomini dell’Alpe che circonda l’Italia, non sieno u»iti tra loro com’è la catena de’lor monti natii, questo grande riparo Posto da Dio tra nemici nostri e noi, sarà quasi un velo, che ogni spada T. VI. 29