318 Un oratore da questa bigoncia si svia dalla questione, si svia dall’ordine, e vi è richiamato per due volte dal presidente; non si rimette; quest' uomo, che un momento si divaga, si lascia sorprendere dalla posizione e discende ad una personalità: il presidente Io richiama per la terza volta. Se voi, dopo richiamato all’ ordine, gli togliete la parola, voi così punirete l’oratore a danno della discussione. 10 voglio che l’ Assemblea, e ¡1 presidente per essa, abbia lutto il diritto di punirlo. Mi pare che questa punizione consista appunto nell’essere richiamato all’ ordine, e sospeso dalla parola. Supponete: un membro del Governo monta questa bigoncia per fare una comunicazione, e divaga talmente, che il presidente deve richiamarlo all’ ordine e deve richiamando una, due volte. Secondo tale arlicolo 1’ oratore, eh’ è montato alla bigoncia per fare la comunicazione all’ Assemblea, e eh’è uscito dal suo assunto, nou può più parlare. Volete voi privarvi di una comunicazione del Governo, per punire la mancanza dell’oratore, che non è stalo all’ordine? Io dunque sostengo la mia emenda, che si deve estendere tanto al richiamo alla questione, quanto al richiamo all’ordine. 11 rappresentante Parò: Io vorrei che fosse separata la questione del come si deve procedere quando si tratta della chiamata alla questione, e del come quando si tratta di un richiamo all’ordine. Io credo che le conclusioni debbano essere un poco diverse, e specialmente quanto alla chiamata all’ordine. Io credo che per votare sid paragrafo 56, bisognerebbe prima esaminare il paragrafo 58, e porli in armonia meglio che non lo siano. Parlo dunque prima della chiamata alla questione. Un oratore può essere benissimo nella questione e parere di non esserlo. Di questi casi ne abbiamo veduti frequentemente. Ne abbiamo veduto leggendo le discussioni di altri Parlamenti; ne abbiamo anche veduti in questa sala. Tulli si ricordano di un illustre oratore, chiamato senza motivo all’ordine. Parendo che l’oratore non sia nella questione, ed essendovi, egli continua, perchè, dice il paragrafo 54, sopra il richiamo alla questione non può essere accordata la parola. Egli dunque non ha il diritto di provare al presidente, che lo chiama alla questione, eh’ egli è nella questione ; questo diritto, il Regolamento glielo toglie, io credo con buone ragioni, perchè si tolgono degl’ incidenti e si evita una perdita di tempo. Dunque egli non può dimostrare al presidente di essere nella questione; ma sa di esservi e continua il suo discorso. Il presidente continua egualmente nella opinione propria, e quindi, dopo poche altre parole dell’oratore, fa la seconda chiamata all’ordine; 1’ oratore egualmente non ha diritto di spiegare come egli sia nella questione, non può dimostrarlo con altro che proseguendo, e prosegue. Allora il presidente, vedendo che continua nella propria opinione, o deve lasciarlo continuare, o consulta 1’ Assemblea, secondo l’arlicolo 56, se Foratore deve continuare a parlare o no, e l’Assemblea deve decidere senza discussione; così è detto nell’ arlicolo del Regolamento, Dunque quest oratore viene ad essere giudicato senza essere sentito. Mi pare questa troppo grave punizione, che abbia così, senza discussione, senza difesa, ad essere privato del diritto della parola per tutta la giornata; e