72 Per quanto modesta e riservata fosse la proposta del Nazari, ella era cosa cotanto inusitata, che la Congregazione, avvezza ad ubbidire e a tecere, ne fu sbalordita, c ne fu spaventalo il governo, avvezzo a 11011 incontrare clic compiacenze. Il viceré e il governatore si opposscro, e poco stette che non la trattassero da sediziosa; e la polizia, ponendosi in contraddizione eoa sé medesima, negava che esistesse alcun malcontento, asseriva che anzi il popolo era contentissimo, e che, tutto al più, non vi era che un piccolo numero di turbolenti, che tentavano di gettare il disordine. Ma, se era così, a qual line i rigori e le sevizie? a qual line gli stuoli infiniti di spie? a qual line le tiranniche molestie, esercitale sull’universale de’ciltadini? A qual line la polizia che vantavasi di saper tutto, spacciava l’esistenza di una vasta congiura, confessando in pari tempo che non le era mai riuscito di scoprirne i liii? Chi non vede che la polizia, nel contraddirsi, confessava le proprie maligne intenzioni e «piale fosse l’opera iniqua che ella si era assunta? La congiura non esisteva infatti nel popolo contro il governo, ma esisteva nel governo contro il popolo; non era il popolo che voleva ribellarsi^ ma era il governo che, pei scellerati suoi fini, lo concitava alla ribellione, li malcontento vi era, ma piaceva alla polizia di negarlo, perchè conferiva ai pravi suoi disegni; o voleva riferirlo a tutt’allro, fuorché alle vere sue cagioni. Ma la pubblica opinione fece al Nazari la debita giustizia : ei fu lodato, lèsteggiato, applaudito; la sua istanza, copiala e ricopiata, corse rapidamente per tutte le mani, fn spedita all’esterno, fu stampata in varii •giornali, insomma formò un’epoca. Ne fu spedito tosto avviso a Vienna, donde è assai probabile che sarebbe venuta al Nazari la destituzione, se tanta unanimità di consensi non fosse accorsa a giuslificarlo. Meno di lui fortunali furono a Venezia Nicolò Tommaseo e l’avvo- . cato Daniele Manin, che, quantunque non investili di alcun carattere pubblico, pure, dietro l’esempio del deputato di Treviglio, osarono mettere in discussione alcuni abusi del governo, e promuoverne il provvedimento. Sebbene le loro mozioni fossero espresse in termini vivi, ma onestissimi e pieni di rispetto verso il governo, pure furono entrambi carcerali e • trattati con estremo rigore: tanto era tirannico un governo, che puniva come grave delitto perfino la manifestazione di un lecito desiderio I Non potendo però opporsi alla mozione del Nazari, il governo permise che fosse discussa; ma in pari tempo mise in opera tutti gl’intrighi, affinchè le indagini da farsi e le riforme da proporsi non avessero alcun seguito. Furono adoperate le intimidazioni, le seduzioni, onde trattenere le Congregazioni provinciali di mandare le loro osservazioni alla •centrale. Ai delegati di provincia furono mandale segrete istruzioni in : proposito; il viceré asseriva essere impresa fuor di luogo, perchè già il | Consiglio aulico se ne occupava, e che non bisognava disturbare il suo '■ lavoro con domande intempestive; Ficquelmont fingeva di chiamare a sé l’avv. Robecchi per incaricarlo di proporgli un piano di riforme, ch’egli voleva spedire e raccomandare a Vienna. Ma queste astuzie tornarono vane: il fuoco aveva preso, una voce uniforme, figlia di uniformi bisogni, era corsa da per tutto; e le Congregazioni provinciali, 1’una dopo l’altra, spedirono alla centrale i loro voti, pressoché ovunque simigliatili.