464 ad un linguaggio, deturpato non pure dalla menzogna e dalla insólenle iattanza, ina da oltraggiose personalità verso un sovrano di cui il suo padrone e la casa d’ Austria non rinegarouo ancora la parentela. D’ordinario l’insulto è l’arma di coloro cui mancano le buone ragioni, e talvolta gli astuti, colla spavalderia e colla iattanza , mascherano la debolezza e F apprensione. MANIFESTO ALLE TRUPPE DA ME COMANDATE. Nel momento in cui debbo un’ altra volta trarre la spada per difendere i diritti dell’imperatore mio signore, e per mantenere l’integrità della monarchia, vado debitore alla mia valorosa armala ed alla santità della causa che difendo, di gettare 11110 sguardo sul procedere del mio avversario, nonché sul mio. Grande è il potere di una giusta causa; in essa confido, e lascio senza timore decidere ai contemporanei ed ai posteri da qual parte sia la ragione, se nel campo dell’imperatore od in quello del re sardo. 11 possesso dell’Italia fu F esca a cui fu preso. Mentre le sue note diplomatiche contenevano le più amichevoli ipocrite espressioni di buon vicino, le colonne della sua armata varcavano il Ticino e marciavano in Lombardia. Dimentico dei vincoli di parentela che legano la sua casa alla casa imperiale, obliando quanto spesso la casa di Savoia dovelle all’ Austria la conservazione della sua corona , calpestando la santità di tutti i trattati, ed ogni legge sprezzando che i popoli, dacché uscirono dalla barbarie, sempre rispettarono, irruppe col suo esercito nel nostro territorio, pari al ladro che coglie F occasione dell’ assenza del padrone per compiere con sicurezza il suo furto. E nota 1’ origine di questa guerra. Proietta da vari Governi italiani, s’era formata un’ associazione il cui scopo palese era Punita d’Italia, ed il mezzo onde conseguirla, la caduta della dominazione austriaca ; imperocché senza la cacciata dell’ Austria dalle pianure della Lombardia divenisse impossibile l’avveramento di quel progetto. Chi conosce l’Italia, la sua storia, l’origine dei suoi Stati e delle sue costituzioni, i suoi popoli e il loro carattere, potrà convincersi che i capi stessi di quel movimento , di cui que’ Governi erano trastullo , non potevano credere al conseguimento di una unità italiana, ma che loro primo pensiero era la rovina di ogni Governo legale , e dell’ austriaco in particolare , per far forse nascere più tardi dal sangue e dalle rovine una repubblica rossa. A Cari’ Alberto fu assegnata la prima parte in questa farsa politica ; Ia' cevasi assegnamento sulla sua armata, sulle sue velleità guerresche, n011 che sui mezzi che poteva accordare al meditato movimento. Il concentramento delle mie forze nel centro dei miei mezzi militai'» voluto dalla sollevazione generalmente scoppiala , fu da Cari’ Alberto i1 guardato come una fuga, come un abbandono della Lombardia. Fu gT811 de errore; io disponeva ancora di mezzi bastanti da far pentii' JVlila110 della sua ribellione: ma non ne feci uso; io sapeva che lo sciogline11 0 della questione non consisteva nella distruzione di uua città che volt'0 conservare al mio Imperatore e signore.