323 pubblicate le deliberazioni, coi nonii dei votanti, nella Gazzella ufficiate; così la istruzione pegli elettori non sarà limitata a quelli che stanno nelle gallerie, ma sarà veramente per lutto il popolo; ed in tal modo, anche questa obbiezione sarà tolta. 10 credo poi che la mia proposta sia un alto di giustizia verso alcuno dei rappresentanti; per quelli, cioè, che sogliono prendere la parola; non è giusto eh’essi soli abbiano la responsabilità di In tic le deliberazioni che si prendono; ma la responsabilità deve essere assunta da tulli quelli che votano. Io credo che il voto palese sarà utilissimo, quando dovessimo, come dovremo certamente, imporre dei nuovi sagrilizii al nostro paese. Questa sarà anzi la più importante deliberazione, che dovremo prendere; allora credo che sia opportuno che il popolo veda come i suoi migliori amici, come quelli ch’egli conosce per suoi amici, abbiano votalo schiettamente quella tale imposizione, quel tale sagrilizio. Tali sono sommariamente le cose che mi proponeva di dire, senza voler entrare in una minuta discussione, che potrebbe pur farsi sa questo importante argomento, (Applausi.) 11 rappresentante Chiereghin: Io mi associo all’opinione della minoranza. Il voto palese è sempre favorevole al popolo, può non essere sempre favorevole ai rappresentanti, questi non debbono stare in forse. Io però ho un’opinione, e la esporrò francamente, in buona pace di tutti i rappresentanti. Io credo che questa sia una questione, la quale non si possa risolvere, come tulle le altre questioni, cioè coi ragionamenti. Io credo clic si risolva questa questione nel seguente modo: 0 i rappresentanti hanno il coraggio, di cui uomini liberi debbono sentirsi capaci, e ammetteranno il voto palese; o non hanno questo coraggio, e vermi ragionamento farà loro adottare il voto palese. Io credo che il popolo abbia perfino il diritto di voler conoscere le vedute e le opinioni politiche de’suoi rappresentanti, di conoscere come i suoi mandalarii adempiano al ricevuto incarico, ed aver così una guida sicura nelle sue elezioni. Ammettendo il voto segreto, questo scopo noi raggiungerebbe mai, perchè l’esperienza ci ammaestra che non tutti prendono parte alle discussioni, mentre anzi una buòna maggioranza preferisce di maturare in silenzio le proprie deliberazioni. Che se si temesse col voto palese di subire una morale violenza, io risponderei che questo timore è infondato. Noi viviamo in mezzo ad un popolo il di cui mirabile contegno mostra ch’è di già maturo per qualsivoglia democratica istituzione. Nè mi si oppongano le diverse abitudini, contratte in forza di un tirannico sistema, il quale, nonché permettere la libera parola, tarpava l’ali al pensiero medesimo. V’inviterei allora ad osservare i Romani, e converrete meco che in un paese già governato dal pietismo, con altrettante corti, quanti erano i presuntivi eredi della tiara, non vi poteva essere sicuramente pubblica scuola di sincerila. Eppure voi vedete ripetersi tulio giorno aU’Asseinblea di Roma esempi di civile coraggio, di nobile franchezza. La maggioranza della Camera, il popolo tutto, adora un principio; Pochi oppositori, non d’ altro forti che della propria coscienza, non solo manifestano pubblicamente il loro dissentimento, ma, quasi il dovere del-