50 Completate le quali, il presidente annunzia che le Commissioni si riuniranno domani a mezzodi per la \eriiica dei poteri. Oh ! certamente questa prima sessione ha scosso gli animi di lutti. Incredibile è stato il rispetto del pubblico, elio parca muto contemplasse i deputati, ricordando i tempi magnanimi dell’antica repubblica. 11 discorso del ministro Armellini, scritto con eloquenza, con ingegno, con perfetta cognizione de’tempi, armonizzò con tu Iti i cuori. E dopo lui bella sonò sul labbro del generai Garibaldi la parola repubblica, di quel prode, che altra bandiera non ha avuto mai, nè altra potrebbe averne. Egli però, spinto dal suo generoso sentimento, non ha saputo attenersi agli usi parlamentarii. E a proposito di ciò conchiudiamo, dicendo ai deputali: 0 rappresentanti, la vostra volontà è volontà del popolo; ciò che voi deciderete sarà legge per noi. Ma, checché statuirete, ricordatevi che si deve discutere, e con calma ponderatamente. Non l'impeto del cuore, ma sodi ragionamenti ci mostreranno degni di verace libertà. Con la massima calma il popolo vi ha eletti, con la massima calma discutete. Allora, allora solamente sarete degni del popolo che vi eleggeva. Abbiamo detto che le tribune erano piene, ma pochi i rappresentanti delle estere nazioni alla tribuna diplomatica. Il segretario della repubblica francese stava incognito fra i giornalisti. Da molti del popolo si criticò questo suo operare : noi lo scusiamo col dire che volle stare più da vicino alla tribuna degli oratori, per poter riferire in Francia quanto vi fu detto, e questo perchè in avvenire non sia più travisala la verità come è stata finora. Discorso del ministro dell’ interno Armellini. La grand’opera, l’opera della nostra redenzione è compiuta. Quale spettacolo maestoso, quello di una vera rappresentanza del popolo? Eccolo per la prima volta in Italia, eccolo in Roma. Che siate i ben venuti tra noi, o eletti della nazione! Noi tutti siamo superbi di salutarvi: il governo provvisorio si compiace dJ inchinarsi reverente al vostro cospetto, ed io, con irepidanza mista d’orgoglio, indirizzo a voi primo la parola, nel momento in cui vi preparate a discutere e deliberare sulla grande quistione dei nostri destini. Sarà questo il più bel giorno della mia vita ; dopo di che crederò di avere bastantemente vissuto, ed allora un solo voto farò nel lasciarla, che l’Italia tutta sia libera, sia unita; entri per tal modo nella famiglia delle grandi nazioni, e si ponga fors’anche alla testa del movimento europeo. Quanto ci è costata, o concittadini, questa convocazione ! Quanto di aver guarentito la libertà delle elezioni, di aver lottato contro gli ostacoli di chi fremeva e tremava al pensiero della vostra onnipotenza ! LJEu-ropa armata guatava questo luogo con una palpitante aspettazione. Tutti gli occhi con ansiosa attenzione si volgevano al Campidoglio, per ammirare, come dopo tanti secoli questa città, questa eterna Roma, si ridesti da un sonno, lungo come la morte, a metter fuori il possente anelito di una seconda vita, che sarà, lo assicuriamo, immortale.