53 ! rAssemblea li fa per mezzo di Commissioni, cosi ne \iene eiie il dire: propongo che l’Assemblea nomini una Commissione, è lo stesso assolutamente che dire: propongo che l’Assemblea si occupi nella tal cosa, perchè l’Assemblea non può occuparsi degli studii preparatorii, se non che nominando Commissioni. 10 credo che questo non si possa fare. Ripeto, bisogna venire alla tribuna e dire: propongo per la pubblica istruzione le seguenti riforme, concretamente formulate, ed articolate; altrimenti non sarà mai una proposta di legge, ma una espressione di desiderii, e questi credo si debbano lasciare alle accademie e non alle sessioni legislative. 11 rappresentante Gasparini: Credo che non si possa pretendere che un rappresentante presenti de’piani di educazione; domando soltanto che una Commissione abbia ad occuparsene. Mi pare che, cosi operando, faccia quanto posso e quanto devo. 11 rappresentante L. Pasini: Quando si è compilalo il Regolamento, si è trattato, ed a lungo, se alle Commissioni permanenti si dovesse accordare o no l’iniziativa; e l’Assemblea ha deciso che le Commissioni permanenti non dovessero aver l'iniziativa, o che almeno, se una Commissione permanente trovasse opportuno di trattare qualche argomento, dovesse prima farlo presentare all'Assemblea sotto forma di proposta. 10 credo dunque che la questione presente si risolva in una questione d’iniziativa. Vogliamo noi trovare una strada perchè la Commissione permanente abbia l’iniziativa? Vogliamo noi autorizzare puramente la Commissione permanente dell’istruzione pubblica di occuparsi delle riforme degli studii? Allora mi pare che la proposta, o piuttosto il cenno del rappresentante (rasparmi, dovrebbe essere ammessa dall’Assemblea; vale a dire l’Assemblea darebbe mandato alla Commissione dell’istruzione pubblica di studiare le riforme degli studii. Ma se noi riteniamo che una Commissione permanente non possa mai far uso dell’iniziativa, io mi accordo pienamente col Varò; e domando che il rappresentante Gasparini concreti e formuli le sue proposte di riforme agli studii, e che queste proposte sieno poi assoggettate alle deliberazioni dell’Assemblea, per essere prese in considerazione, e per ogni ulteriore esame. 11 rappresentante avv. B. Benvenuti: lo non trovo affatto destituita di fondamento l’osservazione del vicepresidente Varè ; credo che essa abbia un qualche appoggio nelle espressioni del Regolamenlo, e che sarebbe appunto desiderabile che venissero formulali i progetti concreti di legge dei rappresentanti. Credo per altro che gioverebbe di fare a questa regola generale una qualche eccezione, perchè non si può pretendere che un rappresentante, convinto del bisogno di riforme in un argomento qualunque , abbia in ogni caso a proporre un progetto concreto e compiuto. In quella stessa guisa che non si potrebbe certamente pretendere che >m rappresentante, convinto del bisogno di riformare, per esempio, il Codice civile, debba venir (pii con un nuovo progetto, sono d’avviso che »ella stessa guisa non si possa pretendere che un rappresentante, convinto del bisogno di riforme nel sistema d’insegnamento , debba presentare un concreto e compiuto progetto in loie argomento.