408 A proposito di libri vi dirò clic dodici anni sono, allorquando ero esule a Parigi, ho stampalo e tradotte in francese le relazioni che gli ambasciatori della Repubblica veneta scrivevano al senato intorno alle cose del regno di Francia; relazioni che sono ammirate da tutti gl’intendenti di politica, come documento di quella sapienza civile che rese il nome veneto autorevole in tutto il mondo. Io non pensavo allora d’avere a essere, appunto in Francia, il successore di quegli uomini savi e potenti. Ma quegli uomini savi e potenti, sapete voi, Cittadini, come conchiudono talune delle loro relazioni al senato? Dicendo di avere ricevuto dal re di Francia in dono, al partire, o una collana d’ oro, o una coppa d’oro, o monete; deponendole appiedi delle Loro Signorie, e chiedendo che, in compenso delle spese avute nell’ambasceria e dell’affetto dimostrato alla patria, il senato voglia concedere che ritengano per sè quel dono. Io per me posso dire d’ avere ottenuto dal popolo di Venezia un dono più prezioso assai dell’ argento e dell’ oro. Con grande numero di suffragi le parrocchie della ciltà, quasi tutte, mi nominarono a loro Deputato nella nuova Assemblea. Ed io non ero più del governo, nel quale chiamato la nolte del di undici d’agosto non volli prendere parte, come tutti sapete, e per le ragioni che il tempo dirà^ Non ero del governo; e mi trovavo lontano da quasi mezz’anno; e voi non sapevate, o Veneziani, quant’io in’adoprassi per voi, come tentassi d’impedire il male non potendo promuovere il bene; e in quanti aspetti rappresentassi le vostre ragioni e le vostre necessità; e come usassi il nome mio, non ignoto affatto nelle nazioni di fuori; e quanto patissi per la Patria, e come sentendo di patire per essa, fossi lieto e superbo del mio palire. Verrà giorno eh’ io potrò dire in che aspetto riguardassi e trattassi le cose politiche di Venezia e d’Italia; e alla fine, morto me, gli scritti, eh’ io lascierò, lo diranno. Ma il Popolo Veneziano non ha avuto di bisogno di sapere altra cosa se non eh’ io 1’ amavo; e ha indovinato col suo cuore il mio; e m’ha dato un pegno di fiducia e di affezione che sarà premio e conforto della mia vita. 44 Febbraio. PROTESTA Dei Consiglieri provinciali di Mantova al Delegato Provinciale. Mantova, 11 gennaio 1849. Colla sovrana patente do marzo 1848 S. M. l’imperatore d’Austria dichiara di avere accordato la libertà della stampa e di avere date le necessarie disposizioni per la convocazione di deputali di lutti gli stati, compreso il Lombardo-Veneto, allo scopo della Costituzione già stabilita. Ed il commissario plenipotenziario conte Hartig nel proclama 19 aprile 1848, riportandosi alla slessa patente nel proposilo della stabilita costi* tuzione parlava alle provincie Lombarclo-Venctc nei seguenti termini :