G8 menato ; i commercianti non facevano quasi più nulla ; le industrie andavano in decadenza ; ogni domanda dei Lombardo-veneti, comunque modesta, veniva respinta; tutto era paralizzato o compresso; eT Austria , ricusando ogni alto di compiacenza verso quelle provincie, non aveva altro pensiero che quello di opprimerle e di espilarle. Commercio, industria, arti, scienze e lettere, tutto andava in rovina; nessuna libertà politica ; mal rispettata la libertà civile ; ed ora, col manomettere in modo tanto dispotico anco la proprietà materiale, si volevano rovinare eziandio i possidenti, i soli che restassero ancora in piedi, e che infondessero ancora qualche vita nel paese. Questi clamori si manifestarono talmente, che il governo, non solo dovette sospendere la sua legge, ma eziandio, con vile menzogna, smentirne 1’ esistenza colla sua Gazzetta ulfiziale di Milano, con quella stessa impudenza con cui, un mese fa, smenliva la coscrizione militare, che pochi giorni dopo veniva pubblicata: tanto il governo austriaco è superiore alla vergogna ! Stavano le cose in questi termini, quando il 16 giugno '18-46, dopo soli selle giorni di sede vacante, veniva eletto Pio IX, il quale ai 46 del susseguente mese pubblicava il suo famoso perdono. Era pure allora che lord Minto, mandato da lord Palmerston, peregrinava in Italia per eccitare i principi a scuotere il giogo dell’ Austria ed a fare ai loro popoli concessioni degne dei tempi. Roma, la Toscana, il Piemonte spiegarono nuova vita; l’azione del pensiero, inceppala da sette lustri, riprese il libero suo esercizio; la stampa fu ravvivata; e gl’italiani finalmente cominciarono ad intendersi fra di loro, ed a sentire che aneli’ essi erano un popolo. I Lombardi sono la gente meno papista del mondo, e sanno per esperienza quanto poco sia da sperare dalla sempre debole od equivoca politica dei papi; per il che gli evviva a Pio IX, che risonavano al di là del Ticino e degli Appennini, erano uditi da loro con un sorriso d’incredulità e d’indifferenza, e i ritratti o i simboli del nuovo Pontefice, esposti in vista da alcuni speculatori, non trovavano molti acquirenti. Era quindi il momento opportuno per l’Austria di riguadagnare il terreno perduto nella pubblica opinione. Se ella prendeva il trailo, se ella dava ai Lombardo-Veneti maggiori libertà di quelle di cui godevano gli Italiani del Piemonte, della Toscana e dello Stalo romano, l’Austria avrebbe risparmiato a sè stessa molti mali e prolungato di un secolo il suo dominio in Italia. Lo scrittore di queste pagine, con una supplica del 24 marzo 4847_, ne faceva sentire la necessità al governatore conte Spaur e lo pregava di raccomandarla alle supreme autorità auliche. Ma la supplica veniva restituita il giorno seguente, coll’attergato : Non si può far luogo alla domanda. Donde si vede che il governo di Vienna, non solo era risoluto di calcare l’antica via, ma che a’suoi agenti in Italia aveva compartito ordini espliciti di non mandargli rimostranze od altro, che potesse tendere ad un senso contrario. I Lombardi non ebbero da prima alcun pensiero di separarsi dall’Austria: essi desideravano soltanto di essere trattati con maggiore equità, di avere uiF amministrazione separala dalle provincie tedesche o slave,