331 a scegliere il primo. Si dice che, nel voto palese vi è l'utilità di conoscere il colore dei rappresentanti. Osserverò, prima di tutto, che questo è uno scopo assai secondario, mentre lo scopo primario si è, come dissi, di conoscere i coscienziosi convincimenti della maggioranza; e questo scopo secondario dovrebbe sempre cedere al principale. Osservo poi che in siffatta maniera la questione si scioglie colla questione; imperocché, menlre noi dubitiamo che il voto palese mostri gl’intimi convincimenti del votante, si vorrebbe col voto palese conoscere il di lui colore. Lo ripeto : chi vota palesemente, non si sa se, votando, abbia tulle le volte volato secondo i suoi sentimenti. In una cillà, o vi sono dei partili, o non vi sono. Se non vi sono, allora questo scopo secondario riesce inutile, perchè riesce inutile di conoscere quale sia il colore del rappresentante: se vi sono, allora la libertà dei rappresentanti potrebbe essere talvolta sopraffatta dalla prepotenza dei partili; ed ogni rappresentante ha pieno diritto di non essere costretto a votare diversamente da quello che scute, ogni rappresentante ha il pieno diritto di adempiere il proprio dovere: ed i rappresentanti hanno per dovere massimo, quello di votare secondo l7utile del proprio paese. Siffatto dovere comprende il diritto di libertà; nessuno può pormi un limite al diritto di adempiere al mio dovere. Questo appunto è il campo della questione di diritto, ed il punto di vista sotto cui deve essere riguardala la tosa; mentre io credo che nessun’Assemblea possa inceppare ad un rappresentante il diritto di adempiere liberamente il proprio dovere. Si parla di coraggio. Domando qual coraggio sia quello di crearsi dei pericoli? Il coraggio lo trovo allorché, col consiglio, o col braccio, si salva la patria dai pericoli, in cui noi non l’abbiamo posla; ma non è coraggio, è imprudenza crearsi un pericolo, che non esiste. Chi ha coraggio potrà dalla tribuna Carlo valere. Ho sentilo Un da principio dire che il voto palese ha l’utilità di far conoscere quale opinione abbiano certe eminenze, certe notorietà. Rispondo: o queste notorietà, quesle eminenze parlarono, e la loro opinione sarà conosciuta da tulli: o non han parlato, ed io compiangerò mai sempre quel rappresentali le che, sopra l’autorità di un nome^ fu condotto a dare il proprio voto. (Applausi (jenerali.) Il rappresentante A. Alberti sale alla bigoncia e legge il seguente discorso. Cittadini rappresentanti! Crederei inutile e soverchio ogni altro perorare a vantaggio del voto palese, dopo quanto lesse il rappresentante Berlan, non che dopo l’eloquente discorso del sig. vicepresidente Varé. Rispettando quello che praticasi presso le altre nazioni; e ciò per quelli che potrebbero oppormi : ma così si fa in Francia, così si fa in Inghilterra; crederei che l’ammettere il voto segreto sarebbe, secondo il mio pensare, un torlo, che implicitamente si farebbe all’onore ed al decoro di questa nobile Assemblea. Il popolo sovrano, che ci ha qui convocati, ha riposto in noi piena lutta la sua fiducia, nonché affidò a noi il sacro deposito dei suoi destini, delle sue speranze, del suo avvenire; egli ci ha creduti tulli indistintamente uomini forti, che sentano l’orgoglio del loro nome e del sovrano carattere, che abbiano il coraggio delle loro opinioni, la franchezza del