271 Non si esentò tampoco a riabilitare chi si dimostrò ingiustamente, o soverchiamente colpito dalla pubblica opinione, poiché, nella dillicoltà di ben sostituire, approfittare devesi di ogni inerito quando si sappia applicarlo, e sempre ve n’ha in chi ebbe a maestra l’esperienza. Negletta non venne l'amministrazione della giustizia militare, avendosi sollecitato lo sviluppo dei processi e delle decisioni dal lato degli auditorali ordinarli e dei Consigli di guerra, ed essendosi costituito un auditorato generale, ed un Consesso per l’appello e per la revisione, di cui si mancava, e che necessarii sono per guarentire la libertà^ lo stato, la vita dei militari, che pur sono cittadini, come per l’esemplare acconcia esecuzione della legge. Oltre 1’ abolizione delle pene infamanti, si è conceduto ai rei la facoltà di eleggere il difensore, e si demandarono ai tribunali ordinarli quelle trasgressioni e quei delitti, che non sono tul-t’affatto militari. E siccome nella prima epoca del Governo, ossia quando sistemi e persone risentivano ancora dell’avvcnuto rivolgimento, difettosi risultarono processi e sentenze, si riparò al pregiudizio delle parti, ed al grido della umanità e della giustizia, con atti di grazia, evitando così di por mano a giudizii compiuti. Di tal guisa, ed in coerenza alle massime annunziate in quest’aula medesima nell’ anteriore Congresso, fu fermo nostro scopo, supremo divisamente, di costituire milizie regolari, d’imporre ordine e disciplina eziandio uei volontarii, franchi, o venturieri. Le masse insorte e non ordinale, sole non reggono agli eserciti: gioveranno, ma su fin Ile esser deg-giono da esercitate falangi, guidate da esperti, ardimentosi capitani. Cosi in Spagna la insurrezione si sostenne perchè sorretta da reggimenti britanni. Ne facemmo noi la triste prova nella guerra dell’anno decorso; la fecero di questi giorni Praga, Vienna, Francoforte, come altre volle la bellicosa Polonia. Gli Ungheresi valorosi combattono in quelle loro lande, e si oppongono ad agguerrita armata, perchè agguerriti sono essi pure, e battaglioni e squadroni di fanti e di cavalli, diretti da abili capitani, cooperano colle armale popolazioni. Le piccole acaiche repubbliche sfidavano in profonde addestrate file le innumerevoli asiatiche irruzioni; Cesare la vinceva sui Galli, come questi in presente sugli Arabi; Carlo XII batteva le informi orde cosacche; Bozzari ed Odisseo i disordinali Ottomani. Molto più dopo che l’arte della distruzione divenne una scienza, che l’artiglieria scompiglia i corpi, sgomenta gli animi, abbatte le città, i trincierameuti, e reca da lungi, a tempi e spazii matematicamente calcolati, il terrore, l’incendio, la morte. Uditelo ancora una volta : truppe istruire deggionsi, formare ufficiali, disciplinare le stesse franche coorti, le civiche guardie. Chi al governo ed alle sorti della guerra trovasi preposto, deve agire quindi con ferma mano, con imperturbato risoluto volere; altrimenti fallisce neU’esilo, e la patria si perde. Non si dà libertà nell’armata e fra i combattenti: gli stessi duci dei guerriglieri, assoluti comandano sui liberi loro seguaci. La subordinazione dev’ essere piena. Bruto immolava suo figlio alla militare disciplina: Batti, ma ascolta, rispondeva Temistocle, lorchè da condottiero divenuto era subalterno. Nè si esitò quindi a vietare ai soldati d’intervenire a Circoli, ad adunanze, in cui si discu-