509 meridiana, al punto in cui una compagnia bersaglieri, incaricata di passare pella prima, si avvicinò al ponte, il re a piedi si mise alla testa, e fu così il primo ad attraversare il Ticino. « Appena le vedette nemiche poterono scorgere i movimenti della nostra avanguardia, esse si ripiegarono rapidamente in Ponte nuovo di Magenta, donde sì alzarono tosto delle forti colonne di fumo, provenienti dall’incendio dagli Austriaci appiccalo alla dogana. Dopo una tale resistenza, il nemico si ritirò rapidamente a Magenta e di là a Cobetta e Cigliano, non lasciando nelle nostre mani che un sol prigioniero. « 11 re si avanzò coll’avanguardia fino a Magenta; dappertutto lungo la strada fu salutato dagli evviva clamorosi delle popolazioni. « Essendo la quarta divisione così stabilita sulla sinistra del Ticino, ed essendosi convinta S. RI. che non eranvi forze nemiche sulla strada di Milano, se ne ritornò a Trecate, dove venne fissato il quartier generale, in aspettazione di ulteriori rapporti dei corpi fiancheggianti l’armata. « Le valorose brigate Piemonte e Pinerolo, incaricale di questa ri-cognizione, mostrarono molto ardore e manifestavano il loro entusiasmo con grida di viva il re tutte le volte che era loro dato di vederlo. V. Il ministro della guerra gen. A Chiodo. Bullettino N. 3. È giunto da Castel S. Giovanni, dopo le ore 3 pomeridiane, il seguente dispaccio in due parti. 21 marzo ore 5. Prima parte. Le nostre truppe occuparono Pavia. Seconda parte. Si dice che il generale La Marmora ed il senatore Plezza siano entrati in Parma. Da Piacenza non si hanno notizie ufficiali. La notizia di Pavia non è ufficiale. Il ministro dell’interno RATTAZZI. La Gazzetta di Milano del 23 contiene il seguente : BULLETTINO DELL’ARMATA. « È scaduto il giorno 20 l’armistizio a noi denunziato; l’armata avea concentrato le sue forze con un rapido movimento di fianco, ed osservando scrupolosamente l’ora della scadenza dell’armistizio, passò a mezzodì il Ticino presso Pavia. « Una gran parte della forza nemica era stanziata a Novara e a Vigevano. A cagione forse del nostro inaspettato movimento di fianco, sorpresa, aveva occupato fortemente anche Mortara per coprirsi alle spalle che credeva minacciate. Qui la nostra avanguardia comandata da S. A. l’Arc. Alberto si trovò a fronte del nemico ed ebbe luogo un accanito