444 Sorgiamo, pensando Dei padri al valor, E reggaci il brando Di patria l’amor. Con vile nemico Noi forti pugniamo, Sovr’esso l’antico Giusto odio versiamo : E quando la terra Il suo sangue berrà, Allora alla guerra Conlin si porrà. Dal mulo guanciale Levale la testa; Sorgete sull’ale Clic il ciclo v’appresta; Sorgete, o sepolti, Cui morte rapì, Yi brilli sui volti La luce del dì. Destatevi, o spenti, Al suon della guerra, Cui anelan le genti Dell’Itala terra: Coi forti accorrete A questa Città : Dal sangue vedrete Uscir libertà. E tu che padre amandoci (1), Qual padre pur ci hai retti, Credi che ognor non ultimo Vivi nei nostri petti. Credi che come 1’ anima Forma dell’uom la vita, Così tu se’ lo spirilo Che ci collega e aita. Che senza te disciogliersi, Oh tu noi voglia mai! Vedresti il dolce vincolo, Di cui tu stretti n’ hai. Nè men di te ritornaci Diletto al cor quel Saggio (2), Che per la patria misera È di conforto un raggio. Oh! questi figli intendano Il suon di tua parola: Di’ lor, che come allegransi D’ una speranza sola, Così concordi s’amino, Ghè il lor destino ¡1 vuol, E vedran presto sorgere Il sospirato sol. Di’, che fin quando gl’ Itali Amor non stringerà, L’alba del dì che aspettano Lontana ognor sarà. Ma che, se slancili i popoli Levan la testa e al grido Coi brandi alfìn rispondono Ch’odon dal nostro lido; Delle catene memori, Dalle sventure istrutti, Intorno a te concorrere Tu ci vedrai ben tutti. Nè moriranno inulti Quei che verran con te A rimandar gl’ insulti Allo straniero, ai re. (i) Al Capitano della Compagnia Domenico Balbi. (a) Al Capo Battaglione Faentino Comellu. Una Guardia. 40 Marzo. IL GOVERNO PROVVISORIO DI VENEZIA l>ecreta : 4. Il decreto 23 agosto 4848 N. 635, col quale ^enne temporariamente aumentato il prezzo del tabacco da naso e fumo, è abrogato.