82 parenze di verità, che il Papa non solo non intendeva di condannare la Costituente italiana, che egli anzi, interrogato su tal proposito, non aveva disapprovato la votazione per la medesima, io volendo procedere in questo importantissimo affare per le vie più sicure, ed avere un giudizio solenne, ed inappellabile, mi risolsi, con lettera dei 28 gennaio p. p., a consultare il Sommo Pontefice, al giudizio del quale in si fatta materia io come sovrano cattolico dovea intieramente sottopormi. La replica di Sua Santità per impreviste circostanze mi è pervenuta più tardi di quello che io credeva : quindi la ragione per cui ho sospeso finora di apporre a questa leggo la sanzione finale, che per lo Statuto apparteneva al principe. Ma la lettera desiderata è ora giunta, ed è nelle mie mani. Le espressioni del Santo Padre sono così chiare ed esplicite da non lasciare l’ombra del dubbio. La legge della Costituente italiana non può essere da me sanzionata. Finché la Costituente era tale alto da porre all’azzardo anche la mia corona, io credei di poter non fare obbietto, avendo solo in mira il bene del paese, e l’allontanamento di ogni reazione. Perciò accettai un ministero, che 1’ aveva già proclamata, e che la proclamò nel suo programma. Per ciò ne feci soggetto del mio discorso d’ apertura dell’ Assemblee legislative. Ma poiché si tratta ora di esporre con questo alto me stesso ed il mio paese a sventura massima, quale è quella di incorrere io, e di fare incorrere tanti buoni Toscani nelle censure fulminate dalla Chiesa, io debbo ricusarmi dall’aderire, e lo fo con tutta tranquillità di mia coscienza. In tanta esaltazione di spiriti, è facile il prevedere che il mio ritorno in Firenze in questo momento potrebbe espormi a tali estremi da impedirmi la libertà del voto che mi compete. Perciò io mi allontano dalla capitale, ed abbandono anche Siena, onde non sia detto che per mia causa questa città fu campo di ostili reazioni. Confido però che il senno e la coscienza del mio popolo sapranno riconoscere di qual peso sia grave la cagione che mi obbliga a dare il veto, e spero che Dio avrà cura del mio diletto paese. Prego in fine il ministero a dare pubblicità a tutta la presente dichiarazione, onde sia manifesto a tutti come, e perchè fu mossa la negativa che io do alla sanzione della legge per l’elezione dei rappresentanti toscani alla Costituente italiana. Che se tale pubblicazione non fosse fatta nella sua integrità, e con sollecitudine, mi troverei costretto a farla io stesso dal luogo ove la Provvidenza vorrà che io mi trasferisca. Siena a di 7 febbraio 4849. Lette le predette lettere alla Camera dei deputati nella seduta del giorno 8, i rappresentanti del popolo sono entrati nel semiciclo, ed hanno proclamato a nome di tutto il popolo un governo provvisorio nelle persone dei deputati Guerrazzi, Montanelli, Mazzoni.