374 Se il decreto 26 febbraio p. p., clic vieta qualunque operazione di aggiotaggio sulle monete di rame, sarà vigorosamente applicalo; se i cittadini sorgeranno, non già tumultuanti vindici, ma leali denunciatori di chi osasse contravvenire; se il popolo, illuminato de’suoi veri interessi, resisterà alla tentazione di un momentaneo guadagno, offertogli dagl’ingordi speculatori, noi vedremo, o cittadini rappresentanti, in gran copia sul nostro mercato le monete di rame, le quali, secondo una energica espressione dei Genovesi, contribuiscono l’olio, di cui abbisogna il carro del minuto commercio. E in questa fiducia ci conferma il sapere che nella nostra Zecca nuove monete furono battute. Finora furono poste in circolazione, dal giorno 8 febbraio p. p. a tutto il 3 marzo corrente, 849,000 pezzi da un centesimo, e 91,000 pezzi da cinque. De’primi si possono formare parecchi milioni, ed è pronto il metallo occorrente per portare il numero a 400,000 dei secondi. Inoltre, sono date le opportune disposizioni per coniare fra pochi giorni un proporzionalo numero di pezzi da 3 centesimi. Che si possa di tal maniera soddisfare esuberantemente a tutte le probabili esigenze del minuto commercio, resta ad e\idenza provato, qua-lor si consideri che il governo austriaco, dopo la prima emissione di monete di rame, avvenuta nel 4822, uè contò poscia di nuove in quattro riprese, cioè nel 1834, nel 4839, nel 1844, e nel 4846; che il medio importo di ciascuna di queste quattro emissioni, con le quali si volle di tratto in tratto provvedere ai bisogni della popolazione di tutte le pro-vincie venete, fu di lire 60,000; e che, se fosse mestieri, si potrebbe da noi spingere, fino a tal somma la emissione deile nuove monete, le quali non è possibile che fuori del nostro territorio siano per trovare un facile smercio. Ma, per quanta sia la nostra fiducia nella proibizione dell’ aggiotaggio, e nella grande quantità di nuove monete di rame coniatcj e da coniare, noi non dobbiamo ommettere nessuna cautela, che valga ad assicurare il rapido e vivo movimento, togliendo tulli gl’imbarazzi che l’avidità di qualche speculatore potrebbe far sorgere. Stimiamo opportuno a tal uopo di proporvi: 4. Che sia vietato ai cambiavalute di eseguire qualsivoglia operazione con moneta di rame. 2. Che in uno o più luoghi sia fatto, a cura del Governo, il cambio della caria monetata contro moneta di rame al pari, ritenuto che non si abbia a cambiare a nessuno più di una lira corrente. Oltre alle monete di rame, il commercio al minuto abbisogna degli spezzati di lira, i quali per lo passato consistevano nei pezzi da 45, da 23 e da 50 centesimi. Queste monete d’argento scomparvero quasi interamente, ed alla loro scomparsa deve in parte attribuirsi il bisogno di una maggior quantità di moneta di rame. Come supplirvi? Il Governo, cedendo al generale desiderio, emise della carta monetata da centesimi 50. Non può negarsi che essa facilitò ìe minute contrattazioni, ma non può negarsi nemmeno che, dall’epoca