461 E ¡»ilaiilo clic si fa lecito colante enormità, intanto che va e ni ungendo per modo le provincie ocaupale da prepararne la più assoluta rovina economica, intanto che vi getta pur le sementi delia depravazione morale, conseguenza della miseria e della cessazione d’ogni civile consuetudine, intanto lAustria mette in campo ogni giorno nuovi pretesti per dilPe rire la pii mento delle conferenze di Brusselles, ove non ha per anco ma Djato un suo rappresentante ad unirsi coi pleuipotenziarii di Francia, d'Inghilterra e di Sardegna., che già da tanto tempo ve l’aspettano. Co|est<> è allo sì poco dicevole alla dignità stessa delle Potenze mediatrici, cd alla sincerità dei buoni ollìeii da esse posti nell’interesse della pace em'opea, di che l’Austria certo mal potrebbe scusarsi addu-cendo il suo gran rispetto pei trattati del 1815, sui quali però nel giugno dello scorso anno si mostrava disposta a transigere, quando offriva al Governo provvisorio della Lombardia l’indipendenza assoluta di quella contrada e la separazione dall’impero. Dopo ciò non si può in verità preveder« (in dove l’Austria voglia spingere il suo dispregio di tulle le convenienze che legano i Governi civili, e di necessità bisogna riuscire a quesla conchiusioiie : che l’Austria nella benevola interposizione delle Potenze mediatrici aHro non ha veduto se non un espediente per aggravare la Sardegna di pesi incomportabili, per ridurre alla rovina estrema le Provincie occupate, per trascinarne le generose popolazioni a disperati consigli e per gettare ed alimentare germi di discordia in tutta la Penisola. In tale stato di cose il Governo Sardo ha dovuto entrare in una scria consideratone dell*1 propria condizione di diritto e di latto, de’ suoi rapporti colle potenze mediatrici, della condizione generale d’Italia, per deliberarsi ad un partito degno deU’oiior suo, e conforme a’ suoi titoli più legiLty, Dall’un canto egli ha posto il diritto e il dovere che tiene di provvedere a (ulti quei popoli, che si sono congiunti coi popoli degli antichi Stati Sai'di coll’unanime loro voto per l’indipendenza nazionale ; dall’albo canto |ia posti tutti i martini durati dal 9 agosto a quest’epoca dalle popolazioni delle Proviucie Lombarde-Venete e dei Ducali, e gl’innumerevoli sacrificii Sostenuti dallo Stalo intero in questo stesso periodo che grav ò ¡1 paese dei maggiori pesi della guerra, senza dargliene le speranze 0 j vantaggi. Singolarmente si preoccupò delle tante mauifesta-zioni del la volonlà nazionale, concordi nel domandar che il paese esca alla pcriiiicdi così funesta incertezza, c provvegga alla propria salvezza e dignità ; concordi nel voler mantenuta 1’ unione coi popoli lombardoveneti e dei Ducali. Si preoccupò della maravigliosa fermezza di quelle popolazioni unanimi nelle loro proteste e in mezzo ai patimenti che durano balìa del nemico, e in mezzo alle vicissitudini travagliose di un’ elencazione di cui rado si vide una più numerosa, e che è già per medesima la più parlante delle proteste ; unanimi ed immoli nei l„ro nazionali propositi a fronte così delle ire, come delle lusinghe aust* iHC|ie. E riconobbe che l’indugiare più oltre una risoluzione decisa av-r^c esaurite senza prò le forze del paese, e forse in tanta conci lazi o^ di sdeg'110 nelle terre occupate dal uemico, in tanto bollore