408 dezza in cui era Milano prima della rivoluzione, c non isterete in forse della scelta. Milano, il 17 marzo 1849. Radetzky feld-maresciallo. NOTIZIE VARIE. Radetzky al 45 marzo ha abbandonato Milano, e si pretende che siasi diretto verso Cremona, dove ha trasportato il suo quartier generale. Prima delia sua partenza egli ha compiuto un altro ladrocinio e speriamo che sia l’ultimo! Ha derubato il tesoro di Monza, tutti i depositi delle facoltà pupillari e delle mani morte, le pubbliche casse e periino la corona di ferro del Regno, togliendo così a qualunque altro principe la speranza di cingersene il capo. WimpiFen con 5,000 uomini ed 800 poliziotti dei più feroci è rimasto in Castello per contenere questa popolazione. Egli ha minacciato jl bombardamento ed il saccheggio, ove la città si attentasse di lare il più piccolo moto. Ila distribuito inoltre in ogni quartiere un centinaio di jucili alle persone più devote alla causa austriaca, per tutelare, com’egli si esprime, bordine, e la quiete interna. li popolo freme e potrà dilficiimente contenersi fino all’ arrivo dei Piemontesi. Sembra che tutte le disposizioni prese dal Proconsolo tendano a riconcentrare le sue forze ed a salvarsi le spalle dalla insurrezione Lombarda. Credo che gli Austriaci faranno alto a Cremona per ragrannellare le truppe disperse nelle varie città, e per potere quindi ritirarsi nelle tortezze, non essendo probabile che tentino di difendere la linea dellJ Adda nè tampoco quella dell' Oglio. 11 Maresciallo Radetzky non risparmia la stampa di appelli ornai periodici. Oggi abbiamo un suo indirizzo Àgli abitanti del Regno Lom-bardo-PenelOj per eccitarli a star tranquilli^ e mentre accenna, come ad argomento di benemerenza, il buon regime da lui tenuto in Lombardia, vi controppone un’allusione al disordine deli’Italia centrale. I lombardi po-tran giudicare, del nostro disordine, dello sperimentato loro buon regime. Ecco il nuovo Proclama: ABITANTI DEL REGNO LOMBARDO-VENETO. Avea sperato che una pronta pace sarebbe seguita alla mia vittoria? ma quello stesso nemico, che già una volta infrangeva proditoriamente a pace, preso da folle delirio minaccia ora di nuovo i confini delia inoliai-chia. Ñon è la vostra felicità, non il ben vostro che lo guidi, sibbeii“ ambizione di regno, brama dì conquista. Io m’accingo a sostenere qi*®s 0 nuovo attacco, ed a portare la guerra sul territorio stesso del nemlC°> risparmiando così a voi i pericoli, le devastazioni e gli orrori tutti; c lC