235 non ce nc asterremmo. Ma io rispondo clic prima non ce ne siamo aste-nuli, perchè non c’era legge che lo volesse. V oglio sperare che questa Assemblea adotterà questa massima per la piana trattazione degli affari; voglio sperare che i rappresentanti e gli uditori si assoggetteranno a questa legge pel pubblico bene. (Approvazione.) 11 rappresentante Chiereghin : Queglino stessi, che hanno applaudito al preopinante, hanno ammesso che non si possa fare a meno d’approvare. D’altronde, dico al preopinante Benvenuti, quando s’c detto: l'udi-loiio serba il silenzio durante l'adunanza, e durante la discussione, è già ilelto che non debba far segni d’approvazione o di disapprovazione. Queste parole così sarebbero inutili; tanto meno adunque dobbiamo ammetterle. Il rappresentante Benvenuti: Il rappresentante Chiereghin dice che queste parole sono inutili; allora la questione è diversa: essa è di dicitura. Lasciamo stare la questione di parole: Vogliamo o no i segni di approvazione, e di disapprovazione? Osservo anche che, se si stesse alla questione di parole, ancora non sarebbe tolto, perchè le parole : Si serbi il silenzio; non impediscono i segni che si possono emettere senza turbare il silenzio, considerato come contrapposto a parola. Il rappresentante Tommaseo: Sebbene il precedente oratore abbia molto saviamente risposto alle obbiezioni fattegli, ciò nondimeno l’argomento è così grave e collegalo così strettamente al decoro della nostra Assemblea, che mi credo in debito di aggiungere una qualche parola. Il precedente oratore con molta saviezza distinse la inutilità di quelle parole, che si vorrebbero espungere, dall’intendimento intrinseco della legge. Se si tratta di semplice inutilità, dico che si possono ommettere; se si tratta di mutare con ciò l’intrinseco intendimento della legge, credo che debbansi lasciare tal quali. L5 inconvenienza dei segni di approvazione e disapprovazione già fu sperimentata in tulle quasi le Assemblee italianCj le quali giova sperare clie sempre meglio corrisponderanno alla loro missione, ed all’aspettazione d’Europa. In Francia, nazione così viva e facile agl’impeti primi, Nondimeno il rispetto ai rappresentanti del popolo è molto esemplarmente osservato. Degli altri paesi non parlo, maturi a libertà. Ma l’Italia, che ha in sè germi di libertà più antichi e più vividi, certamente non do-'rebbe alle nazioni, che la guardano, altre con aspettazione, altre con diffidenza e disprezzo, non dovrebbe, dico, presentare esempi, pei quali dar pretesti alle accuse de’suoi antichi e crudeli nemici. Dico che, i segni di approvazione e disapprovazione ammessi una v°lla, non avremo più nè dignità di discussione, uè vera libertà; perchè questa può essere turbata da un semplice scemamento di applausi. A questa considerazione vi prego, cittadini, por mente. Suppongo che parli un oratore, il quale all’Assemblea piaccia o lusinghi le passioni dell’uditorio ; quell’oratore che gli succede, anche dal solo scemamento di ap-Idausi, e più dai segni di disapprovazione, può essere scoraggilo. Per Conseguenle io credo che, mettendo da questo lalo perfetta eguaglianza l»Ui, si dia alla discussione quella dignità; quella libertà, che in altre laiti d Italia non abbiamo ancor conosciuta.