5 02 tulli i suoi agenti, di tulli i suoi interpreti: Noi non vogliamo il soccorso della Francia; rispingiamo l’aiuto della Francia; se 1’offerta dell’aiuto della Francia ci fosse fatta, la rifiuteremmo : rifiutiamo il soccorso armalo della Francia e la sua presenza ne’nostri consigli, ne’nostri affari, come la sua presenza sul nostro suolo. Tal fu il contegno dell’ Italia rispetto al governo provvisorio. (E’ vero! è vero!) Ma mi sta a cuor di lavare la bigoncia dal rimprovero, che non solamente si rivolge a noi, miseri strumenti dJ un poter transitorio, a noi, che possiamo essere infranti senza pericolo pel paese, ma che si vorrebbe rivolgere all’Assemblea stessa, vale a dire alla nazion tutla quanta. No; non è vero che la Francia abbia nulla promesso all’Italia ch’ella non abbia attenuto, o non voglia ancora attenere. Che abbiamo noi fatto riguardo al Piemonte e riguardo all’Italia? Riguardo all'Italia, abbiam detto due cose registrate in tutti i noslri dispacci: Se l’Italia ci chiama, s’ella è minacciata nelle sue trasformazioni interne, s’ eli’ è invasa, s’eli’ è costretta nella sua volontà propria e nel suo patriottismo, e s’ella ci chiama, siain pronti. E la pruova eh’ eravamo pronti, è che avevamo opposto alle potenze, che minacciavan l’Italia non una Nota diplomatica, ma una Nota ch’io chiamerò Nota armala. E questa Nota armata erano 60,000 uomini, da noi raccolti alle falde delle Alpi. (Benissimo! benissimo!) L’Italia ci ha ella chiamati? Non ha parola, non gesto dell’Italia, che abbia potuto significar questo. Popoli, ministri, Camere, tutti rispinsero con costante energia tutte le velleità d’intervenzione della Francia. Noi dunque non abbiam punto ingannato l’Italia; ella stessa ha rispinto la Francia. Nulla sarebbe più funesto alla pace del mondo ed allo svolgimento del principio liberale, quanto un’intervenzione violenta, offensiva, della Francia su quel suolo, dove veutisei milioni d’italiani rispingono il passo della Francia, come il passo del conquistatore. (Movimento. Rumore con fuso. ) E quanto al Piemonte in particolare, che cosa abbiam fatto? Abbiamo dettò al Piemonte: Voi siete in guerra con l’Austria; voi portate soccorso al risorgimento della Lombardia, che lenta di ricuperare la sua antica nazionalità. Se le potenze straniere si oppongono a tale movimento spontaneo delle nazionalità, se l’Austria v’assale, chiamateci. Il Piemonte ci ha rispinti fino all’ultimo giorno. (E’ vero! Benissimo!) E tuttavia, siamo andati ancora più oltre. Abbiam detto: Quando pure non ci chiamaste in aiuto vostro, se le armi dell’Austria invadono i! territorio della Sardegna, se vediamo un pericolo evidente per le nostre proprie frontiere, ci riserbiamo d’intervenire allora, di volare, se non in aiuto vostro, almeno in aiuto delle nostre proprie frontiere minacciale. Quel che abbiam cosi detto, abbiamo mantenuto. Fino all’ultimo istante, quel che abbiamo affermato in parole, affermavamo in fatti; ed il nostro esercito stava per passare le Alpi al primo passo degli Austriaci sul territorio, che abbiamo loro moralmente interdetto. Ecco qual fu il contegno della Francia, del suo governo c dell’Assemblea costituente, quanto alla question generale dell’Italia.